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RENZI. L’Europa e i giornaloni lo sostengono. É il nuovo cavallo dei poteri forti. Noi unica alternativa al servilismo verso Merkel & C.

 

Renzi Merkel

 

Se Renzi fosse davvero quello che dice, cioè Dio, dovrebbe come minimo fulminare un paio di soggetti. L’Europa che si intromette nelle vicende della democrazia italiana, per aiutare un politico a salire in trono. I giornaloni e i telegiornaloni che si prestano a fare da portavoce unanimi e felici alla burocrazia di Bruxelles, il cui responso viene offerto al popolo italiano come fosse un rosolio risanatore. Figuriamoci però se il giovin segretario del Pd, autentico furbo dotato delle tre cotte di eterno chierichetto, rifiuta l’aiutone del commissario europeo del lavoro.

 

Questa mossa di Bruxelles è indebita, tale da (non) suscitare la protesta di Napolitano, ma è molto istruttiva. Serve a capire quale destino ci è stato fissato da LorBurocrati e LorPoteriForti: la sottomissione e l’inesorabile declino.

 

Non si era mai visto che un commissario del rango di Andor si intromettesse a dare il proprio benevolo ok (così la sintesi delle agenzie e dei tg) non a un disegno di legge di un governo, ma alla bozza di una bozza di un futuro eventuale programma di  un segretario di Partito il quale a sua volta non ha ancora detto di “sì”, nei suoi organi presumibilmente democratici. Un quadernetto a base di pensierini nei cui confronti peraltro non si conosce il consenso o meno di Letta, che dovrebbe essere il legittimo interlocutore unico dell’Europa.

A sua volta, basta guardare oggi “Corriere della Sera” e “Repubblica”, si accodano, riferendo con operoso ossequio il parere della Commissione europea, la quale, siccome  dà ragione a Renzi, non è più il mostro di burocrazie di vetro e acciaio, ma un simpatico alleato del simpaticissimo sindaco.

L’Europa con ogni evidenza “sta cambiando cavalli”, come scriveva Lord Byron. Il povero Monti aveva preparato un assai più voluminoso Jobs Act, ma l’Europa non se lo è filato nemmeno di striscio. Giovannino o Giovannini, non ricordiamo bene, il ministro del Lavoro e del Welfare, ancora in sella al cavallo morente, ha espresso perplessità? L’Europa se ne è impipata allegramente. Giovannini chi? Esiste Renzi. Dicendolo non vogliamo fargli – se non si fosse ancora capito – un complimento.

 Renzi

Noi qui ribadiamo il concetto: l’Europa dà ragione a Renzi proprio perché in quelle paginette all’acqua di fiori di loto, Renzi non mette minimamente in discussione l’austerità imposta dall’Europa. Non spezza lo schema, non viola dogmi. Non a caso quando fece balenare la volontà di superare i vincoli europei del tre per cento di rapporto massimo tra Pil e deficit, il commissario Rehn tacque. Non volle smentire il pupillo della Merkel, che ricordiamocelo lo accolse come il proprio futuro viceré d’Italia.

 

Che ne dice la base di questo bacio dell’imperatore, quella base così entusiasta da votarlo plebiscitariamente alle primarie?  Niente. Semplicemente perché non c’è un rigo di giornalone o un filo di telegiornale e nemmeno di internet, che induca a riflettere sul significato di rivendicazione padronale sotteso a quel pollice alzato da Bruxelles. E questo Renzi sarebbe un rivoluzionario che cambia la storia dell’Italia? Ma no, è il cavallo nuovo dei soliti vecchi arnesi che ci vogliono umili e sottomessi, servi loro.

 

Noi non ci stiamo. Siamo l’unica vera opposizione pensante e con un grande leader, Silvio Berlusconi, a questo conformismo che vuole l’Italia sottomessa e pure contenta, come denunciava profeticamente Manzoni nell’Adelchi. Ci vuole un Risorgimento, ci vogliono incruente guerre di indipendenza. Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 10 gennaio 2014″