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R.BRUNETTA (Intervista a ‘Il Mattino’): “Elezioni? Lega e FdI sbagliano, gli italiani non le vogliono ora”

 

Il Mattino Intervista

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Cento giorni per rilanciare il Paese grazie alle larghe intese, magari sotto la guida di Mario Draghi. A proporlo è Renato Brunetta, deputato ed ex ministro di Forza Italia. A lui abbiamo chiesto di fare il punto sull’attuale impasse politica.

Perché siamo arrivati a questo stallo?

Un anno fa, al momento dello scoppio della pandemia, le forze politiche avrebbero dovuto sedersi attorno a un tavolo per fare un governo di unità nazionale. Ha prevalso però la linea che il governo in carica fosse perfettamente in grado di affrontare la situazione. Così non è stato. Nonostante questo il centrodestra si è comportato in modo responsabile votando 140 miliardi di scostamento, nella logica dello stare dalla parte del Paese. Non altrettanto si può dire da parte del governo che in cambio di questa disponibilità non ha dato nulla. La Bicamerale, ad esempio, è stata proposta l’ultima volta ad agosto, per avere una sponda effettiva per un ruolo effettivo del Parlamento nei confronti del Paese e dell’Europa, ma è finita su un binario morto.

La Bicamerale potrebbe essere uno strumento ancora percorribile?

La Bicamerale sarebbe un ottimo strumento di dialogo, così come lo sarebbe stato il doppio relatore nelle leggi di Bilancio e nei decreti ristori. Questo perché in una situazione simile nessun governo ce la fa da solo, soprattutto se non ha la legittimazione popolare, come è accaduto per il Conte I e Conte II.

Quindi Renzi aveva le sue ragioni?

Quando Renzi pone il Mes sanitario come fatto dirimente, quando cita la riforma della Giustizia o il Recovery: ha più che ragione. Ma Renzi è lo stesso che ha voluto questo governo e questa maggioranza, allora avrebbe dovuto lavorare dall’interno, non fare di tutto per buttarlo giù, salvo non votare il documento sul Mes quando lo proposi, né la sfiducia a Bonafede. Questa è una schizofrenia che gli italiani non comprendono.

Lei sostiene le larghe intese ma Salvini e Meloni chiedono le elezioni.

Sbagliano. Le elezioni non le vogliono le imprese e gli italiani. Le pare che gli imprenditori, i lavoratori che costituiscono l’80% dei voti che ha preso Zaia vogliono le elezioni e sei mesi di stallo? Se si andasse a votare a giugno, con un Paese socialmente ed economicamente morto, che vittoria sarebbe per il centrodestra? Andare alle elezioni adesso sarebbe il più grande errore. Oggi dobbiamo pensare a un “Governo con la più larga base politica possibile, dei migliori”, come ha giustamente dichiarato Berlusconi.

Cosa imputa al governo, nella gestione di questa crisi?

Ha inseguito la crisi, non l’ha anticipata. Si è cercato di usare gli ammortizzatori sociali, le moratorie, i ristori, la liquidità ma sempre in maniera parziale. Tutti provvedimenti costosissimi ma gestiti tardi e male. Il risultato è che la locomotiva è ferma: 140 miliardi sono pari a circa cinque finanziarie che potevano essere utilizzati per mettere in sicurezza in Paese.

C’è un grave problema legato alla semplificazione.

Dovrebbe esserci una sorta di Mister Wolf a palazzo Chigi per semplificare la burocrazia. Un esempio: la normativa sulla cassa integrazione è la stessa che si usava prima della pandemia. Abbiamo avuto quindi l’effetto “collo di bottiglia”: interi settori non hanno ancora visto alcun indennizzo. E nessuno sa – perché l’ho chiesto a Gualtieri – quali misure abbiano funzionato rispetto ai 140 miliardi. Adesso spenderemo gli ultimi 30 miliardi al buio.

Mister Wolf è colui che risolveva ogni problema nel film di Tarantino. Lo proporrebbe anche per i vaccini?

Sì, che vada in Russia, in Cina e acquisti le dosi che servono. Oggi usiamo ancora quello che è il paradigma della disperazione: il lockdown, oltre ai cromatismi delle regioni e alle mascherine. Abbiamo bisogno di un piano vaccini all’israeliana, ma in cento giorni non in anni.

Cos’altro fare in cento giorni?

Servono poche riforme. La riforma della Giustizia: i tribunali devono funzionare in modo efficiente, come un’azienda, dove la sentenza è il prodotto. La riforma fiscale: flat tax con due aliquote, alleggerendo il peso sui ceti medi e la pace fiscale. E infine dare piena attuazione alla mia riforma della pubblica amministrazione – premiando il merito e la trasparenza – e a una riforma del welfare. La maggioranza che si sta riproponendo è in grado di fare queste riforme in cento giorni? lo credo di no, bisogna allargare il perimetro della maggioranza a tutti quelli che ci stanno, con il governo dei migliori.

Forza Italia sarà unita attorno al nome di Mario Draghi?

Draghi è stato il grande presidente della BCE e a quel posto è stato voluto dal presidente Berlusconi. Se si mette a punto un’agenda di riforme per mettere in sicurezza e far ripartire l’Italia in cento giorni, puntando all’allargamento della base politico parlamentare, a guidarlo sarà inevitabilmente il migliore o quello più capace.