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2013. UN BILANCIO DISASTROSO

 

 

Saccomanni

La tanto attesa inversione di tendenza dell’economia italiana più volte annunciata dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, continua a farsi attendere. Forse è il caso di ricordare al presidente del Consiglio Letta e a tutti i membri del governo, che per far ripartire il nostro Paese è necessario far prosperare le imprese, incentivare l’investimento di capitali, far ripartire il mercato del lavoro, tutte cose che non si ottengono a suon di tasse e marchette;

Ecco il bilancio del 2013…

 

Nel terzo trimestre del 2013 il PIL è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dell’1,8% nei confronti del terzo trimestre del 2012;

Tutti i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti:

 

-0,2% i consumi finali nazionali;

-0,6% gli investimenti fissi lordi.

 

Uno degli obiettivi del governo Letta era quello di ridurre in maniera strutturale il debito pubblico, i risultati sono poco confortanti…

I dati Eurostat (aggiornati al II trimestre 2013) registrano un incremento del rapporto debito/PIL del:

+7,7% rispetto al II trimestre 2012;

+3% rispetto al I trimestre 2013.

Inoltre, il debito pubblico certificato a novembre 2013 dalla Banca d’Italia, riferito al mese di settembre, è di 2.068 miliardi di euro, contro i 1.905 miliardi di novembre 2011(+ 163 miliardi di euro)

 

Nel 2013 il tasso di disoccupazione è aumentato di 1,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, sono oltre 350.000 le persone espulse dal mercato del lavoro;

I numero di disoccupati a novembre 2013 è di 3.254.000 (pari a 12,7%). In un solo mese 57.000 persone hanno perso il lavoro.

Sempre più critica la situazione della fascia giovanile (15-24 anni): il numero di giovani disoccupati è di 659.000 (pari al 41,6%).

 

Nel III trimestre 2013 i consumi sono diminuiti del -1,9% rispetto al III trimestre 2012;

Ecco il risultato reale della politica fiscale del governo Letta. I consumi privati, che nel 2010 erano addirittura superiori alla media europea, continuano ad essere di segno negativo.

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Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è scesa del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ad ottobre, rispetto al mese precedente, si registra una variazione negativa nel comparto dell’energia (-0,9%), ed un leggero miglioramento dei beni di consumo (+0,8%), dei beni intermedi (+0,6%) e dei beni strumentali (+0,5%). Il cieco rigore della politica economica del governo Monti ha depresso inesorabilmente il clima di fiducia e le prospettive per il futuro dei consumatori. Anche con il governo Letta il trend resta al di sotto dei livelli del 2011 (governo Berlusconi).

 

Dai dati relativi a dicembre 2013 dell’indice del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) emerge come le imprese non abbiano mai creduto alla reale efficacia delle politiche economiche perseguite dal Governo Monti, così come dimostrano di non credere fino in fondo nemmeno a quelle perseguite dal Governo Letta.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA IL DOSSIER N. 778