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ANCHE IL PUBBLICO SARA’ AGILE – Il mio intervento per il settimanale ‘Gente’

 

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La pandemia ci ha costretto a una improvvisa sperimentazione di massa dello smart working. Per la Pubblica amministrazione, per i suoi 3 milioni di dipendenti e per tutti noi è stata un’esperienza straordinaria, di cui adesso dobbiamo fare tesoro. Vale lo stesso per la campagna di vaccinazione gestita dal generale Figliuolo: un modello di efficienza e cortesia che oggi ci appare straordinario, ma che deve diventare la normalità in tutte le amministrazioni.
Insieme alla progressiva riapertura delle attività, da inizio maggio ho voluto eliminare la rigidità della soglia minima del 50% dei dipendenti pubblici in smart working che era stata fissata in piena emergenza pandemica. Mi è sembrato giusto e doveroso restituire completa autonomia organizzativa alle amministrazioni, lasciarle libere di decidere sulla base delle singole esigenze. Al tempo stesso, voglio che il lavoro agile sia regolato dai contratti in via di rinnovo, a tutela dei lavoratori.
In questi giorni si sta tornando e si tornerà a lavorare in ufficio con gradualità, secondo un solo faro: l’efficienza dei servizi e la soddisfazione dei cittadini e delle imprese.
Dipendenti più produttivi e meglio pagati, utenti più soddisfatti e felici: questa è la Pubblica amministrazione che voglio e che amo, questa è la mia missione. Una Pa che non esiste in sé e per sé, ma per servire 60 milioni di italiani.
Da un lato devo restituire dignità, orgoglio e valore a quelli che il presidente Mattarella ha chiamato “i volti della Repubblica”: i medici, gli insegnanti, le forze dell’ordine, gli impiegati. Dall’altro lato devo garantire ai nostri bambini la migliore scuola, ai nostri anziani la migliore sanità, alle famiglie, alle aziende e a tutti noi la migliore burocrazia. La Pubblica amministrazione è l’arma più potente contro le disuguaglianze: soltanto i ricchi possono permettersi di rivolgersi al privato per comprare i servizi sostitutivi.
Possiamo cambiare l’Italia perché siamo in un momento eccezionale, che io definisco “momento Draghi”. C’è un Paese da ricostruire. Rimbocchiamoci le maniche, senza paura.
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