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Il mio intervento a Fiuggi – “Ritorno al futuro: il mondo che verrà”. “L’Italia cresce e diventa credibile, adesso serve il sogno”

 

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“Abbiamo un tasso di crescita del Pil doppio rispetto all’Ue. Non ci capitava da più di vent’anni. Il nostro Paese sta diventando credibile. Si stanno sprigionando gli spiriti animali dell’economia e degli investimenti, senza ancora un euro di risorse europee. Sta succedendo grazie agli sforzi del nostro Paese, dei nostri lavoratori, della nostra gente, quella che durante la pandemia ha risparmiato e che adesso ricomincia a vivere.

Come la pandemia è stata accompagnata da sussidi, sostegni, giusti ammortizzatori, oggi c’è una sorta di liberazione. La cosa bella è che questa crescita è accompagnata anche da una voglia di cambiamento: la voglia di fare tutto quello che non abbiamo fatto per vent’anni, la voglia di essere un Paese più bello, più civile, più rispettoso delle regole. Una grandissima riscoperta di noi, dell’Italia, della nostra bellezza.

Tutto questo deve essere accompagnato da un sogno, come ha scritto Alessandro Sallusti. Questo sogno matura dentro una congiuntura astrale estremamente favorevole. Il momento Merkel, innanzitutto: l’Europa che fa debito comune, che si indebita per noi. Il momento Italia, poi, ovvero il momento Draghi, con la sua autorevolezza senza pari al mondo. Dobbiamo capire questo momento e intepretarlo attraverso il sogno di cambiare, anche rispetto all’Italia peggiore, all’Italietta miope.

La prossima settimana sarà approvato il nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza, entro luglio arriverà l’anticipo di 25 miliardi. La credibilità conquistata dall’Italia ha una immediata conseguenza: sta diventando un Paese in cui è bello e profittevole investire.

Il governo Draghi di unità nazionale ha approvato una serie di riforme, a cominciare dalle semplificazioni. Non si fa transizione digitale ed ecologica se il sistema rimane barocco, opaco, pieno di blocchi, che spesso sono l’anticamera della corruzione. Dietro ogni curva burocratica c’è una potenzialità di condizionamento e di ricatto. Togliere quelle curve significa trasparenza. Lo abbiamo fatto, ora bisogna farlo toccare con mano alle famiglie e alle imprese. Bisogna vincere sulle forze che hanno voluto quel condizionamento: sono grumi di potere. Ci stiamo riuscendo.

L’altra riforma approvata dal governo Draghi riguarda il capitale umano pubblico e il reclutamento del personale per gestire il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Appena tornato ministro, ho voluto siglare il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale con i sindacati e sbloccare i rinnovi contrattuali. Sono stato sobissato di critiche. Ma i ‘volti della Repubblica’, come li ha definiti il presidente Mattarella, non sono quelli che hanno salvato il Paese durante la pandemia? Se non diamo loro un riconoscimento, se non li mettiamo al centro della ripresa, che segnale diamo? La cosa migliore, in una fase come questa, è andare controcorrente.

Ho voluto anche sbloccare i concorsi pubblici. Ho chiesto al Comitato tecnico-scientifico a quali condizioni potevo farlo: breve durata delle prove, distanziamento, sicurezza. Mi sono detto: e se ne approfittassimo per fare una grande riforma digitalizzando tutte le procedure? Basta carta e penna, basta Ottocento, basta due-tre prove scritte. Ne è nata una piccola grande rivoluzione che cambierà il volto della Pa. Prima per fare un concorso ci volevano fino a 4 anni, adesso cento giorni. E poi per tutta la mia vita ho puntato al merito. Questo vuol dire valorizzare il merito: tutto digitale, trasparente, nessuna raccomandazione.

Io sono figlio di un venditore ambulante. Gli ascensori sociali sono la speranza, la bellezza, il sogno di tutti noi. Da economista vi dico: non c’è un debito sostenibile o insostenibile. Tutto dipende dal tasso di crescita, che non è solo quantitativo, ma anche culturale, etico, sociale, di giustizia. A un Paese a cui manca il sogno, anche se cresce tanto, manca qualcosa”.