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Il mio intervento al Forum PA 2021 – «IN POCHI MESI GRANDI RIFORME, C’È UNA NUOVA ITALIA CHE RISPETTA LE SCADENZE. ORA SERVE UN ‘SOGNO PAESE’»

 

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“Nel mese di maggio e nei primi giorni di giugno abbiamo approvato le prime grandi riforme: semplificazioni e reclutamento, per semplificare le regole della nostra burocrazia barocca e riscrivere le regole del reclutamento del capitale umano pubblico. Il 70% dell’impatto positivo delle riforme stimato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza è dovuto a semplificazione e riforma della Pubblica amministrazione. Già questo è un vento straordinario di cambiamento. Non si può digitalizzare senza semplificare e senza il capitale umano in grado di interpretare questo cambiamento. A fine mese approveremo la nuova legge delega sull’anticorruzione, poi la giustizia, la concorrenza. Stiamo rispettando il cronoprogramma secondo la tabella di marcia negoziata con l’Europa e dopo l’approvazione ufficiale del Piano, domani, riceveremo entro luglio i primi 25 miliardi di anticipo. È una nuova Italia che rispetta le scadenze, un circuito a somma positiva. Questo significa credibilità: apparire al resto del mondo come un Paese serio”. È quanto ha affermato Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, nel corso del suo intervento alla prima giornata del Forum Pa 2021, aprendo nel pomeriggio i lavori della sessione dal titolo “Un nuovo alfabeto per la pubblica amministrazione”. Il ministro ha ricordato come sia radicalmente cambiata la situazione dell’Italia di oggi rispetto a quella di 13 anni fa al suo primo mandato da titolare di Palazzo Vidoni: “La mia prima volta al Forum Pa era nel 2008. Lo ricordo benissimo, ricordo la gente e l’emozione. Avrei avuto davanti tre anni e mezzo complicati e difficili. Era appena scoppiata la crisi dei subprime e l’Italia sarebbe entrata in un tunnel. Oggi sono di nuovo qui, con lo stesso dicastero, in un’Italia cambiata, in un’Europa cambiata. Quella era l’Europa del ‘lacrime e sangue’, dei compiti a casa, dei Paesi cicala e dei Paesi formica. Oggi, grazie ad Angela Merkel e alla sua scelta di fare debito comune, l’Europa non è più matrigna, ma catalizzatore di crescita, di sviluppo e di riforme. I fondi europei, tra loans e grants, ci vengono assegnati soltanto in cambio di riforme. Sono grato all’Europa di questa condizionalità, di questo contratto, che segnerà positivamente la vita del nostro Paese”.   Il momento è unico. “Abbiamo un presidente come Mario Draghi, che oltre a essere leader del nostro Paese sta diventando leader morale e politico della nuova Europa. Abbiamo un governo di unità nazionale, con l’opposizione responsabile di Fdi. È l’occasione per fare le riforme che non siamo mai riusciti a fare”.  Ma le riforme da sole non bastano. “Dobbiamo andare oltre le tecnicalità – ha sottolineato il ministro – e cominciare a parlare di sogno. È il momento di sognare un’Italia diversa, più giusta, dalla parte dei giovani, che sappia far funzionare tanti ascensori sociali. Ci sono le risorse, le riforme che dobbiamo fare, un presidente che oltre a essere leader del nostro Paese sta diventando leader morale e politico dell’Europa. È il momento di sognare un’altra Europa e una nuova Italia. Mai come ora siamo vicini a realizzare questo sogno. Ma i sogni devono essere collettivi, e questo ha senso solo se è un “sogno Paese”, il sogno di un’Italia post pandemia che si ritrova nella coesione sociale, quella che i cittadini trovano quando vanno a vaccinarsi: la burocrazia efficiente, la gentilezza e la cortesia dei medici, degli operatori, della Protezione civile. Il sogno di un’Italia in cui è bello vivere”.

 

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