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IL MIO INTERVENTO A SKYTG24 – LIVE IN FIRENZE

 

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“Intanto un po’ di grazie. Grazie a Figliuolo per il lavoro straordinario sulla vaccinazione, grazie a chi ci ha preceduto come governo. Grazie ad Angela Merkel: senza la sua visione non avremmo avuto Next Generation Eu. Grazie agli italiani che ci hanno dato fiducia. Grazie al Parlamento. E grazie a Draghi, il catalizzatore di questa fase. È la fase della credibilità. Il fatto di aver inviato nei termini il Piano di ripresa e resilienza, di aver approvato tre riforme essenziali (semplificazioni, governance, reclutamento): tutto questo ci fa apparire credibili agli occhi dei mercati e delle cancellerie.
Nuovo boom? L’ho già detto un mese fa, la smentita può arrivare solo da una coda di varianti del virus. Andiamo più verso il +6% di Pil annuo che verso il +5%. La produzione industriale ha superato i livelli prepandemia. Siamo in una fase di rimbalzo-boom economico. Se noi cresciamo al 5% annuo vuol dire che gli ultimi mesi di questo 2021 saranno al +8, +9, +10. Il trascinamento sarà già molto alto. Se continuiamo così, in due anni recuperiamo tutto il Pil perso a causa della pandemia. E non  abbiamo ancora ricevuto un euro dall’Europa: è tutto merito della fiducia e della credibilità.
Gli investimenti totali saranno un multiplo delle risorse europee, pari a 235 miliardi. Sicuramente fondamentali, ma il mercato privato internazionale e interno può essere fino a 3, 4, 5 volte superiore.
Il momento Draghi proseguirebbe anche in caso di un trasloco al Quirinale? Io ne sono arciconvinto. Un modello semipresidenzialista di fatto, con Draghi alla presidenza della Repubblica anche oltre il termine del Pnrr darebbe crediblità aggiuntiva. Avremmo un presidente di garanzia nei confronti delle cancellerie e dei mercati.
Lavoro e blocco licenziamenti, ci aspetta un autunno caldo? C’è il rischio di un paradosso: essere in boom economico e avere conflitto sociale. Qui occorre intelligenza. Il blocco dei licenziamenti è stato cosa buona e giusta in pandemia, ma in generale in un’economia di mercato non lo è. Ora siamo in transizione: bisogna mantenere protezione dei lavoratori, ma anche dare spazio alla crescita. Possiamo farlo con un grande Patto con i sindacati, come quello di Ciampi del 1993, che metta insieme prospettive con garanzie, riforme e crescita. Sarebbe una follia avere conflitto. Io l’ho consigliato al presidente Draghi, l’ho consigliato agli amici del sindacato. Per il lavoro pubblico io ho già firmato un Patto il 10 marzo: un grande accordo per l’innovazione e la coesione sociale. Questo è il momento, Orlando e Draghi lo sanno meglio di me. Bisogna non enfatizzare il conflitto.
Anche per le assunzioni nella Pubblica amministrazioni siamo in una fase di transizione tra passato e futuro. In passato i concorsi duravano fino a quattro anni, adesso  cento giorni. Nel passato si offriva poco e si aveva poco. Adesso si richiede di più e dobbiamo essere in grado di offrire di più. Bisogna fare una rivoluzione anche sui salari della Pubblica amministrazione.
Perché un brillante neolaureato dovrebbe scegliere la Pa? Per ragioni di cuore e di testa. Perché gli conviene, ma non solo perché non è un posto di lavoro sicuro. Conta il fatto di poter partecipare a una missione che cambia l’Italia. Stiamo mettendo a punto un portale che permetta di selezionare le professionalità attraverso i curricula. Sarà una novità straordinaria. Si fa così ormai in tutto il mondo. Dall’autunno chiederò a tutti gli italiani di inserire il proprio curriculum.
Il cittadino si è già accorto di un cambiamento nella Pubblica amministrazione. Se ne sono accorti tutti gli italiani che sono andati a farsi il vaccino. Merito dei medici, degli infermieri, dei volontari, della Protezione civile. Tutti gentili, efficienti, trasparenti. Io vorrei che la Pa fosse questo. Questo è il mio obiettivo.
Per far decollare il Pnrr adesso servono serietà, credibilità, rispetto dei tempi. Essere tra i primi Paesi ad averlo presentato e aver ottenuto il top nella valutazione ha un valore enorme in termini di credibilità. Ora è bene tenere a mente un principio: no reform, no money. Il piano Draghi sono 40 pagine di riforme e una montagna di soldi. Dobbiamo approvare le riforme, farle diventare realtà per i cittadini. Il mio sogno è che uno possa rivolgersi a qualcuno e chiedere: “Mi dai una mano a iscrivere i miei figli all’asilo? Quante tasse devo pagare?”. Ci stiamo lavorando, potrebbe essere la grande novità dell’autunno.
Sul Recovery bond, quel che conta è a quanto lo abbiamo piazzato e che lo abbiamo avuto con la tripla A. Ma ancora più importante è il vantaggio della fiducia. Se Angela Merkel non avesse superato la sua impostazione e se non avesse spostato l’asse sulla mutualizzazione non avremmo avuto tutto questo.
Vincoli di bilancio? La chiave di tutto è il tasso di crescita. Se supera il tasso di interesse i vincoli non sono più tali. Per questo mi preoccupo un po’ soltanto dell’inflazione, ma se viaggiamo al +5% e poi al +4 e +3 cambia anche il rapporto debito-Pil.
Draghi potrebbe prendere il posto di Merkel in Europa? C’e un asset invisibile che si chiama autorevolezza, credibilità.  Draghi ce lo ha tutto. È la nostra assicuraziobe sulla vita del nostro Paese”.