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GOVERNO. Qualcuno fermi il Letta-bis in arrivo sul binario dei morti. Una richiesta ciascuno a Napolitano, Renzi e Alfano per salvare l’Italia

 
 

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Ora arriverà il Letta-bis? Lo avvertiamo come una minaccia per l’Italia. Se accadrà, sarà la prova del nove che nel 2011 fu un golpe. E chiunque vedrebbe il doppiopesismo scandaloso qualora si passasse dall’Enrico I all’Enrichetto II, paragonando questo trattamento con quello riservato a Berlusconi e al suo governo, indotto a dimettersi sulla base di pressioni straniere.

 

Sarebbe inaccettabile. Ci sono cose che ripugnano. Non ci stupiamo affatto che il nuovista Renzi abbia imparato in fretta l’arte di scrivere – ovviamente usando il programma Excel, che pare renda lucente le stoviglie unte –  le formule del vecchio mondo. In fondo l’abbiamo sempre saputo fosse un doroteo ridipinto. Ma così sfacciato proprio non pensavamo.

 

Davvero Renzi si renderà complice, con scoppiettii di battute riciclate e mossette twitt, del repertorio ripristinato sulle prime pagine dei quotidiani, come fosse  bucato fresco e profumato? Che differenza con lo stile e i contenuti di Berlusconi. Qui invece ritroviamo, anche in Renzi!, un mondo dell’assurdo senza alcun legame con la sofferenza e le speranze reali. Basti scorrere le parole dei nuovi capitani coraggiosi, usate come carezze o come pugni per mettere al sicuro le proprie posizioni di potere e garantirsi presumibilmente un futuro seduti sul burro. Vediamo.

 

Bis che sostituisce il rimpastone, crisi pilotata.

 Letta

Una maggioranza minima, pure senza accordo su questioni decisive, con la pratica della tortura prolungata di questo o quale ministro così che si faccia in là, consentendo la sistemazione del rapporto tra le correnti dentro il Pd: questa roba non può, non deve durare un giorno di più.

 

E qui ci rivolgiamo a due persone, anzi a tre.

 

Con il dovuto rispetto, chiediamo al Presidente della Repubblica che non consenta il rito della “crisi pilotata”, giocando con il Parlamento quasi fosse plastilina da modellare sulle basi di un proprio progetto magari stupendo, ma che non attiene al ruolo stabilito dalla Costituzione.

 

A Matteo Renzi domandiamo – anche perché auspichiamo sinceramente che attraverso di lui passi la rinuncia del suo partito ai cascami culturali del comunismo – di rompere il giocattolo incostituzionale su cui si regge ora la macchina di governo e di maggioranza.  Ha dimostrato sagacia nella proposta del metodo per la riforma del sistema elettorale, saltando i formalismi e di fatto riconoscendo le forze reali nel Paese invece che piegarsi ai minuetti. Chieda che la parola vada adesso, in fretta, dopo aver approvato una legge elettorale maggioritaria e limpida, al popolo sovrano. Questo Parlamento non ha legittimità politica e morale per intraprendere altro che il percorso del suo decoroso addio.

 

Terzo non ultimo, Angelino Alfano. Anzi, se lo conosciamo bene, ha intelligenza e forza per essere il primo a prendere decisioni coraggiose. Quali? Mandare a casa Letta, e porsi in forte alleanza con Berlusconi e Forza Italia. Semplice. Basta prendere atto che il gioco lo sta conducendo Renzi, che beve caffè con Letta, dà fiducia e la toglie, manda freccette contro questo ministro, trasforma un documento da dilettante sul lavoro in una specie di carta profetica del terzo millennio.

 

Dai, Angelino: salta fuori dal pentolone in cui Renzi ti sta cuocendo, esercitandosi nell’arte del cannibale. Aiutaci a salvare l’Italia.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 13 gennaio 2014”