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R.BRUNETTA (Intervento su ‘Il Secolo XIX’): “Con la mia riforma, concorsi pubblici digitali e in presenza”

 

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Nel commento pubblicato ieri su queste pagine, dal titolo “Università dal vivo, burocrazia battuta”, il professor Barberis accumula, purtroppo, pensieri amari e confusi assieme a gravi inesattezze. Tra un biasimo della Dad e un richiamo inutilmente offensivo alla sua ministra Maria Cristina Messa, che ha giustamente auspicato il ritorno in presenza negli atenei, Barberis infila un riferimento ai “concorsi cotti-e-mangiati del ministro Brunetta” colpevoli, a suo dire, di aver sequestrato persino a Ferragosto davanti a un monitor “fratelli e figli maggiori”, “con video e telecamere di controllo che neanche su un set di Quentin Tarantino”.
Dispiace constatare l’assoluta disinformazione su una riforma cruciale sia per la Pubblica amministrazione, sia per le attese di tanti giovani e di tante famiglie. Con l’articolo 10 del decreto legge 44/2021 del 1° aprile ho voluto sbloccare i concorsi pubblici che si erano arenati durante la pandemia, concordando un nuovo protocollo di sicurezza anti-contagio con il Comitato tecnico-scientifico per permetterne lo svolgimento in presenza e approfittandone anche per introdurre una rivoluzione: l’addio alla carta e alla penna di ottocentesca memoria e il passaggio a prove scritte totalmente digitalizzate. Non a distanza! I concorsi, finalmente ripartiti a maggio grazie alle nuove modalità (sono già 35mila i posti banditi), si sono svolti tutti in sedi istituzionali, come prevede la legge, se soltanto Barberis si fosse preoccupato di leggerne i contenuti o anche soltanto le accurate sintesi apparse sui giornali. La differenza rispetto al passato è stata la consegna ai candidati di tablet su cui effettuare la prova. Un’iniezione di rigore e trasparenza, contro il rischio sempre in agguato di trucchi e manipolazioni.
Quanto al green pass accostato improvvidamente ai capricci vessatori “di qualche burocrate asburgico”, non voglio pensare che Barberis stia ironizzando sulla necessità di garantire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi il ritorno in presenza in piena sicurezza sanitaria. Perché di questo si tratta: il green pass è una semplice certificazione del vaccino o di un tampone negativo che arriva sui nostri smartphone. E le vaccinazioni sono la nostra unica arma contro un virus che, con le sue varianti, è ancora un nemico temibile.
In alcuni casi, sarebbe vivamente consigliabile non scomodare Tarantino e tacere sugli influencer: molti di loro, in questa pandemia, si sono dimostrati più responsabili e più seri di tanti professori.
Viva la burocrazia, dunque, quando è intelligente e creativa. E tutti in presenza a far bene il proprio mestiere.