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Il mio intervento alla 14esima Conferenza Nazionale di Statistica dell’ISTAT

 

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Dalla pandemia alla recovery
La statistica ufficiale al servizio del Paese

 

  • Questo non è un anno come gli altri. Né lo saranno i prossimi cinque anni. Il Paese è chiamato a uno sforzo straordinario, come straordinario è il Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia per l’ammontare dei finanziamenti (191 miliardi di fondi europei, a cui si aggiungono quasi 31 miliardi di risorse nazionali), sia per il raggio di azione. Il Pnrr, con le sue riforme, è il nostro viatico per il futuro, un vettore di cambiamento dopo anni di paralisi e crescita dello zero virgola.

 

  • In questo quadro di ricostruzione e profonda trasformazione, l’Istat in Italia dovrà essere un partner qualificato per il monitoraggio e la valutazione dell’eccezionale ciclo di policy che vede impegnato il nostro Governo e le altre amministrazioni e gli enti territoriali con l’attuazione del Pnrr. Soltanto ciò che è misurabile è migliorabile. Soprattutto, l’Istituto dovrà essere pronto a garantire nuove misure utili per i decisori non solamente sugli output di singoli interventi di riforma o investimento, ma anche sugli outcome. Dovrà essere il cardine per la misura anche degli effetti “invisibili”, o non immediatamente misurabili del Piano sulla base dei soli dati amministrativi, a maggior ragione quando impattano sulla vita delle famiglie.

 

  • Tutte le politiche (e quelle del Pnrr ancora di più) si riverberano sulle famiglie. Soltanto nuove misure di impatto utili, ancorate alle statistiche ufficiali, potranno dar conto di quello che accadrà dentro e per le famiglie che rimangono, in un sistema ancora prevalentemente assistenzialistico, il punto di riferimento all’interno di quel “welfare all’italiana” che è stato messo a dura prova dalla pandemia, seguita purtroppo alle due maxi-recessioni che avevano duramente colpito l’economia del Paese. L’Istat sarà un pilastro insostituibile per misurare le conseguenze della pandemia e gli effetti espansivi e di Recovery che verranno innescati dal Pnrr.

 

  • Il sistema statistico nazionale ha però bisogno di essere razionalizzato, rilanciato e rinnovato. Il quadro regolatorio che presiede le attività dell’Istituto risale al 1989, un mondo lontano che non esiste più. Un universo senza internet, senza Big Data, senza social media. Serve un forte aggiornamento e una semplificazione per consentire all’Istituto di cimentarsi nella sfida nuova cui sono chiamati tutti gli Istituti del sistema europeo: produrre statistiche di qualità in modo sempre più tempestivo: misure utili per i decisori politici e per comunità che hanno sempre più fame di dati e che, se non li trovano nella statistica ufficiale, si lasciano convincere dalle fake news, prodotte, riprodotte e autoalimentate da logaritmi che costruiscono consenso con logiche seriali e distopiche, confermando tesi e paure che negano una prospettiva di futuro possibile. È la dittatura del presente, da cui solo con dati di qualità possiamo uscire tutti insieme.

 

  • L’Istat e tutti i produttori di statistica ufficiale a livello nazionale ed europeo hanno mostrato grandi capacità di reazione nell’emergenza sanitaria, assicurando non solo la continuità della produzione di dati di qualità, ma anche producendo nuove informazioni, tempestive e spesso in via sperimentale. La fase che si sta aprendo, con l’accelerazione della transizione digitale ed ecologica, grazie alle risorse del Pnrr, necessita di un impegno sempre più intenso da parte della statistica ufficiale. Non siamo indifferenti alla raccomandazione del Consiglio ECOFIN dello scorso 9 novembre e ai documenti finali del G20 a guida italiana affinché siano assicurate risorse adeguate alle autorità statistiche nazionali per poter continuare a svolgere l’importante compito che viene loro affidato. Proprio il G20 ha aperto una nuova Data Gap Initiative per rafforzare le capacità di produzione di statistiche nel nuovo ecosistema dei dati, rendendo praticabili forme di accesso e utilizzo di nuove fonti di dati.

 

  • Un’ultima considerazione. L’Istat ha un ruolo primario nella strategia italiana dati. La Strategia Nazionale Dati e il Modello di interoperabilità, previsti nel Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), prevedono di rendere i dati e le informazioni gestiti nella Pubblica amministrazione aperti, strutturati e interoperabili, per rendere possibile la condivisione sia tra amministrazioni che con cittadini e imprese. In questo ambito l’Istat ha il compito di realizzare il Catalogo nazionale dati per l’interoperabilità semantica, con l’obiettivo di fornire un modello e uno standard comune che favoriscano lo scambio e la comprensione delle informazioni tra le amministrazioni. Anche per questo siamo convinti che il ruolo dell’Istat vada valorizzato (e, più in generale, a livello europeo il ruolo degli INS) per dare garanzie di robustezza e di tutela della privacy sulle procedure e sulla messa a disposizione dei dati pubblici nei Paesi dell’Unione europea.