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Contratti, Brunetta all’Aran: “Grazie a tutti voi. Il settore pubblico ha dato un grande esempio di buone relazioni sindacali e di dialogo sociale”

 

naddeo

 

Il ministro in visita all’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni

 

“Grazie a voi tutti, grazie al presidente Antonio Naddeo che vi rappresenta. In questa mia seconda esperienza da ministro per la Pubblica amministrazione, ho scelto una chiave, quella del dialogo sociale, siglando con i sindacati, il 10 marzo, il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Quel Patto è stato tutto onorato, da ultimo con la firma, ieri, dopo una trattativa che si è svolta in tempi brevissimi, della preintesa sul rinnovo del contratto del comparto funzioni centrali, apripista per tutti gli altri. Il settore pubblico ha dato un grande esempio di buone relazioni sindacali e di dialogo sociale. In momenti difficili, in momenti di crisi, è fondamentale avere come obiettivo la coesione”.

Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, durante una visita all’Aran per lo scambio di auguri natalizi.

“Tutto si può fare se un Paese è unito e coeso, e, infatti, tanto abbiamo fatto in questi mesi. Abbiamo regolato lo smart working, senza demonizzarlo e senza subirlo. Abbiamo riformato l’ordinamento professionale, le carriere, i concorsi e il sistema di reclutamento della Pa. Siamo arrivati alla preintesa su un contratto innovativo. Un rinnovo che ho fortemente voluto per sostenere il cambiamento della Pubblica amministrazione e per dare il giusto riconoscimento a tutti i dipendenti pubblici. Perché sono stati al centro della difesa del Paese, della sua tenuta durante la pandemia, della sua coesione. I ‘volti della Repubblica’, come li ha definiti il presidente Mattarella. Medici, infermieri, forze dell’ordine, insegnanti e tutti i lavoratori che hanno mantenuto il senso dello Stato e dei servizi pubblici. Siglare un rinnovo contrattuale in tempi così rapidi, in un momento difficile come questo, è un segno di maturità di un Paese, della sua classe dirigente e della sua gente”.