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“Marco Biagi, vent’anni dopo” – Il convegno a 20 anni dalla sua scomparsa organizzato da Adapt (Sala del Parlamentino del CNEL)

 

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Brunetta: “Biagi, Tarantelli, D’Antona: sembra quasi che trattare di lavoro in Italia debba comportare percorsi di dolore

“Strano Paese il nostro. Ho qui di fronte a me Luca Tarantelli, stiamo ricordando Marco Biagi. Vivo un amaro dolore, ricordando le tante vittime: Biagi, Tarantelli, D’Antona. Quasi che trattare di lavoro in Italia dovesse comportare necessariamente percorsi di dolore. E quasi che essere qui, vivi e vegeti, fosse una colpa”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo al Cnel al convegno “Marco Biagi, venti anni dopo” promosso da Adapt. “Questo Paese guardato da oggi, nel passato – ha continuato Brunetta – è un Paese feroce, ingiusto, fatto di tantissime straordinarie intelligenze, straordinari maestri che hanno dovuto attraversare il dolore, l’ingiustizia”.

 

Brunetta: “Biagi aveva percepito il cambiamento. Ci manca il suo coraggio. Davanti a fatti mai visti servono pensieri mai fatti”

“Ha ragione Tiziano Treu quando dice che il nostro diritto del lavoro è ossessionato dal rapporto individuale dipendente. Tutto il resto non esiste. Lo sforzo che ha fatto Marco Biagi è stato dire che, invece, il resto esisteva, ed era molto di più dell’altra metà del cielo”. Lo ha sottolineato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo al Cnel al convegno “Marco Biagi, venti anni dopo” promosso da Adapt. “Le innovazioni vengono dalle contrattazioni decentrate”, ha detto il ministro. “Il lavoro a progetto, qui citato da Maurizio Sacconi, è la chiave per regolare il lavoro senza lo spazio-tempo. Il fordismo aveva la necessità dello spazio-tempo, ma quando tutto diventa flessibile abbiamo bisogno di regole nuove: hard law, soft law, partecipazione, rappresentanza. Biagi aveva percepito il cambiamento ed era stato ostracizzato perché andava fuori dal mainstream. Michele Tiraboschi, ricordando il pensiero di Marco partendo dalla fisicità della pila di suoi libri, ha fatto una cosa di una bellezza infinita. Marco ci manca, in un momento difficile, di fatti mai visti in cui servirebbero pensieri mai fatti. Oggi ci aiuterebbero, Biagi, Tarantelli e D’Antona, a fare pensieri mai fatti, con il loro coraggio. Proprio per questo viva queste giornate di ricordo”.