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Il mio intervento alla 21esima edizione del Forum internazionale Confcommercio – “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”

 

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Brunetta: “Il nostro futuro è l’Europa, senza se e senza ma”

“Il nostro futuro è l’Europa, senza se e senza ma. La costruzione dell’Europa, la ricostruzione. Quello che è successo in Francia con la rielezione straordinaria di Macron è il segnale giusto. Davanti alla semplificazione duale ‘sì o no’, come ho già detto, sì a Macron, tutta la vita. Perché quello è il percorso, la prospettiva. Macron, Draghi, il loro articolo sul Financial Times sulla revisione del Patto di stabilità. È un percorso di crescita, di rafforzamento, di soluzione dei problemi in una chiave non più intergovernativa, ma di Unione. I singoli Stati non hanno più ragion d’essere nei loro egoismi, ma nella forza di costruire l’Europa della difesa e dell’energia”.

 

Brunetta: “Serve un Next Generation EU 2 per sovranità europea su sicurezza ed energia”

“L’interesse nazionale non si declina più con la sovranità nazionale, ma con la sovranità europea. Io sono tra i fautori del Next Generation EU 2. Ne abbiamo fatto uno da 750 miliardi per uscire dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica e i mercati hanno risposto straordinariamente bene. Dai sondaggi sembra che i mercati risponderebbero altrettanto bene a un Next Generation EU 2 per la sovranità europea in termini di sicurezza ed energia. Non più soft power, ma anche hard power”.

 

Brunetta: “Il Pnrr si rispetta, non si riscrive e non si rinvia”

“Per stare in Europa bisogna rispettare l’Europa. Il Pnrr, dunque, si rispetta: contenuti, termini, scadenze. L’Italia non può più essere l’Italietta che cerca pretesti. Il Pnrr è un contratto e i contratti vanno rispettati. Questo è stato ed è l’obiettivo del Governo Draghi. Ciò non vuol dire che non si debba aggiornare per tenere conto dell’aumento dei prezzi, per esempio per gli investimenti sul fotovoltaico. Ma non si dica di riscrivere o rinviare il Piano. Il rispetto del Pnrr ci assicura credibilità e reputazione, asset invisibili fondamentali. L’Italia ha soldi, accesso ai mercati, grants e tripla A per la parte di fondi in loans, in cambio di riforme. Dobbiamo fare le riforme, dalla giustizia alla concorrenza, per mantenere l’Italia credibile, con un forte valore reputazionale. Draghi e il suo Governo interpretano questa stagione”.

 

Brunetta: “Non capisco chi vorrebbe accelerare la data delle elezioni”

“Manca ancora un anno alle elezioni e non capisco chi, esplicitamente o implicitamente, vorrebbe accelerare la data del voto. Perché, oltre a perdere reputazione e credibilità, si perderebbero 50 miliardi di euro di fondi europei per l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi del Pnrr di dicembre 2022 e di giugno 2023. Perché? Per chi? È nell’interesse del Paese? La scadenza naturale della legislatura è un bene pubblico, e i beni pubblici vanno perseguiti.

Stiamo lavorando bene tutti. È di ieri la notizia che i cambi di residenza si fanno online in tutta Italia, merito dei ministri Colao e Lamorgese e del progetto Anpr (Anagrafe nazionale della popolazione residente), che da novembre consente già di scaricare 14 certificati anagrafici digitali. A piccoli grandi passi sta cambiando il Paese, sta cambiando la Pubblica amministrazione: efficienza, produttività, concorsi, assunzioni”.

 

Brunetta: “Attuare la riforma del reddito di cittadinanza coinvolgendo le agenzie private del lavoro

“Alla fine dello scorso anno, con la legge di bilancio per il 2022, abbiamo riformato il reddito di cittadinanza, un istituto voluto dal Conte 1 e ribadito dai successivi Governi, incluso il nostro. Un istituto importante, costoso, su cui si è tanto discusso. Un istituto variamente demonizzato, non sempre a ragione, che ha dato origine a devianze da stigmatizzare e che, soprattutto, dà origine a una sorta di spiazzamento del mercato del lavoro. Non sempre è corretta l’affermazione secondo cui ‘non si trova forza lavoro perché c’è il reddito di cittadinanza’, ma è vero che si è mescolato sangue venoso con sangue arterioso, ossia welfare e politiche attive del lavoro, che hanno condizionalità diverse, producendo distorsioni. Con la legge di bilancio abbiamo cercato di ovviare, innanzitutto prevedendo il coinvolgimento delle agenzie private del lavoro, insieme ai centri pubblici per l’impiego di matrice regionale, all’interno del sistema. Abbiamo, inoltre, inserito l’obbligo di colloqui in presenza: per ciascun percettore di reddito di cittadinanza, la sua attitudine a lavorare verrà valutata mensilmente dall’agenzia pubblica o privata per verificarne la disponibilità e la qualità. Dopo il primo rifiuto di una proposta di lavoro scatta il decalage, dopo il secondo la revoca del beneficio.

Il ministro Orlando sta lavorando per attuare quanto già previsto dalla legge, per trasformare il reddito di cittadinanza da strumento di welfare passivo a strumento di politica attiva. È un meccanismo che costa tantissimo, 9 miliardi di euro l’anno, e che ha un ruolo importante, specie nei momenti difficili, ma va utilizzato al meglio. Questa è la strada da percorrere, abbandonando i luoghi comuni. Se riusciremo ad attuare la riforma in tutti i suoi passaggi prima dell’inizio della stagione turistica, daremo un segnale straordinario per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

 

Brunetta: “Scostamento sarebbe segnale di inutile lassismo ai mercati”

“Siamo stati tutti un po’ sorpresi dal boom pasquale in termini di turismo. Venivamo dalla crisi pandemica, dalla crisi economica, avevamo visto la luce del 6,6% del tasso di crescita del Pil del 2021, confidavamo in un trimestre positivo e invece è scoppiata la guerra, e sono di nuovo cambiate le aspettative e la fiducia. Si è diffuso il pessimismo, quanto meno negli opinion leader, nei giornali, nelle Tv, nelle organizzazioni sociali. Ma, per fortuna, a questo pessimismo non corrisponde il comportamento della gente, come dimostra il boom delle presenze turistiche nelle nostre città d’arte e l’aumento della mobilità. Io non sono d’accordo con i pessimisti programmatici e con i catastrofisti. La produzione industriale tiene, i conti pubblici tengono. Grazie al ministro Franco, che stringe i cordoni della borsa quanto basta per non mandare segnali di inutile lassismo ai mercati.

È un sentiero stretto. A chi chiede un altro scostamento di bilancio il Governo ha risposto che sarebbe un segnale ai mercati che non ce la facciamo, che non stiamo tenendo sotto controllo i nostri conti pubblici. La reazione sarebbe un aumento dello spread. Bene, dunque, fa il Governo a rispettare gli impegni sul Pnrr, a tenere sotto controllo le dinamiche della spesa pubblica, di deficit e di debito, a tenere la barra dritta sulle riforme. La prospettiva è l’Europa, perché l’inflazione oggi è per quattro quinti da energia. Con il price cap o il decoupling potremmo rallentare e raffreddare. Nel frattempo, bisogna costruire l’autonomia rispetto agli approvvigionamenti. Tutti segnali ai mercati per consentire che i prezzi di petrolio e gas scendano”.

 

Brunetta: “Con extragettiti Iva decontribuzione mirata per tutelare fasce più deboli”

“Come far sì che l’inflazione non comporti un depauperamento delle categorie sociali più deboli in termini di potere d’acquisto? La risposta non può essere la scala mobile o l’erogazione di più fondi alle imprese nella speranza di aumentare i salari. I salari crescono in ragione della produttività, che in Italia è stagnante da troppo tempo. Ci sono altre risposte possibili. Si potrebbero stabilire fasce di prezzi più controllati, non condizionati dalle dinamiche inflazionistiche, ma si potrebbe anche intervenire sull’Iva. Una redistribuzione dell’Iva tra prodotti i cui fruitori possono permettersi una dinamica positiva e prodotti i cui fruitori non possono permettersela. Come avvenuto con gli extragettiti della distribuzione energetica, in presenza di extragettiti dall’Iva si potrebbe studiare una forma di decontribuzione mirata per tutelare le fasce più deboli dei consumatori. Potrebbe essere una strada da valutare per avere un sistema di controllo e di tutela, a cui aggiungere salari di produttività, taglio del cuneo, detassazione degli straordinari. Stimoli di produttività ed efficienza, insieme alla piena attuazione della riforma del reddito di cittadinanza. Daremmo un segnale di forza, di positività, e una spinta ai consumi e ai redditi. Con buona pace dei pessimisti e dei catastrofisti”.