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R.BRUNETTA (Intervista a ‘La Stampa’): “Di Maio ha rafforzato il governo. Su Kiev il dietrofront di Conte”

 

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«La credibilità dell’Italia non è mai stata così alta, la nave va e stiamo facendo le riforme, poi se c’è qualcuno che fibrilla lasciamolo fibrillare». Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini, non teme una crisi di governo. Ospite di “Alfabeto del futuro 2022”, progetto editoriale sull’innovazione del gruppo Gnn, che ieri ha fatto tappa a Trieste per uno speciale sul turismo, Brunetta parla anche di economia e risponde a Giuseppe Conte sul salario minimo: «Non giochi a fare il populista con me».

 

Perchè la rottura dentro i 5 stelle e l’addio del ministro Di Maio al Movimento non mette a rischio la tenuta del governo?

«Camera e Senato hanno votato a stragrande maggioranza il discorso straordinario di Draghi, confermando il mandato pieno al governo con una super unità parlamentare. Dopo le parole del premier non ho sentito più alcun distinguo sulle armi da Giuseppe Conte, il suo Movimento 5 stelle ha votato come un sol uomo la risoluzione, e probabilmente anche Conte ha fatto marcia indietro. La scissione di Di Maio è stata prodotta dalla necessità di evitare una catastrofe, ossia la caduta del governo Draghi. Bene ha fatto Di Maio, ma bene ha fatto anche Conte a non insistere nel voler disarmare l’Ucraina. Quindi politicamente non è cambiato nulla. Le elezioni ci saranno nella seconda metà di maggio dell’anno prossimo, e questo ci permetterà di riscuotere altre tre tranche di risorse europee. Stiamo approvando la riforma fiscale, quella della concorrenza, abbiamo approvato la riforma della giustizia ma a causa delle fibrillazioni non ne parla nessuno».

 

Lei sta facendo rete insieme ai ministri di Forza Italia, ai governisti della Lega e a Di Maio? L’idea di far nascere il partito di Draghi servirà a sostenerne la premiership dopo le prossime elezioni?

«Forza Italia è stata il primo partito a volere l’unità nazionale e vogliamo che questo governo arrivi a fine legislatura, Draghi è il miglior presidente del Consiglio che l’Italia possa avere in questo momento. Ma io credo anche nelle elezioni, non possiamo andare avanti con presidenti tecnici, abbiamo bisogno di un governo politico europeista, atlantista, liberale. La foto di Draghi, Macron e Scholz in treno verso Kiev ci dice che l’Italia è tornata ad essere un Paese costituente e decisivo in Europa, gli italiani ne siano consapevoli e vadano a votare con il massimo della tranquillità. Giochi e giochetti non mi interessano, ho 72 anni e ne ho viste di tutti i colori, sono felice di questa esperienza bellissima con il mio amico Mario Draghi e di aver portato l’Italia fuori dalla pandemia e dalla crisi economica».

 

L’economia che momento che sta vivendo?

«Sta emergendo una storia che non è quella che ci racconta il presidente di Confindustria Bonomi, non è affatto vero che siamo in recessione. Partiamo dal boom del turismo: stiamo raggiungendo e forse superando i livelli pre Covid per quantità e qualità. Abbiamo chiuso l’anno scorso con una crescita del 6,6% del Pil. E, udite udite, il primo trimestre del 2022 è stato positivo, di poco ma positivo. Possiamo già contare su una crescita per quest’anno attorno al 2,6-2,8%, se gli altri trimestri saranno pari allo zero. Ma il secondo trimestre, dai primi test, sembra crescere più del primo, abbiamo una forchetta tra lo 0,3 e lo 0,5% che ci porterebbe attorno al 3%. Se questo fosse l’incremento del Pil a fine anno, sommato al 6,6% del 2021, avremmo recuperato tutto quello che abbiamo perso nel 2020».

 

Ci sono però due aspetti che si fanno sempre più preoccupanti: l’inflazione e le forniture di gas dopo il giro di vite di Putin sull’export.

«Stiamo avendo una dinamica dei prezzi crescente, intorno al 7%, ma se depurassimo la componente legata all’energia avremmo un’inflazione intorno al 3-3,5%, che sarebbe già accettabile. Io sono molto a favore del “price cap” su cui si sta impegnando Mario Draghi in queste ore in Europa perché potrebbe sgonfiare l’inflazione quasi della metà».

 

Come si fa a tutelare il potere d’acquisto? Lei ha detto che il salario minimo e il reddito di cittadinanza distruggono il mercato del lavoro.

«Nel nostro Paese ci sono i lavoratori precari e fragili che non hanno contrattazione e vengono pagati poco, qui bisogna intervenire. Per fortuna questi lavoratori sono pochi, centinaia di migliaia ma certamente non milioni. In Italia, però, strutturalmente ci sono salari bassi se confrontati con quelli degli altri Paesi europei perché è bassa la produttività, e nel passato sono stati fatti pochi investimenti per favorirla. Poi c’è un terzo problema, che è quello del potere d’acquisto legato alla fiammata inflazionistica».

 

Quindi come si può intervenire?

«Per i lavoratori dipendenti occorre aumentare la produttività, ma soprattutto tagliare il cuneo fiscale. Per quanto riguarda i salari dei fragili, credo che fissare un salario minimo per legge produca più guai di quanti ne risolva. Io preferisco un salario contrattato veramente, piuttosto che indicare un valore legale. Tutti vogliamo tutelare il salario che deve essere dignitoso ed equilibrato, ma io penso che sia meglio tutelarlo attraverso la contrattazione. Bisogna estendere i minimi dei contratti a chi non ha una buona contrattazione. E’ una grande stupidaggine dire che chi è contrario al salario minimo vuole affamare i lavoratori».

 

Si riferisce a Giuseppe Conte che le ha detto di guardare fuori dal Palazzo?

«Non temo le interpretazioni di Conte del tutto strumentali. Se Conte vuole fare il populista, si accomodi, ma non con me. Io sono un vecchio socialista, e come Giacomo Brodolini sto da una parte sola: dalla parte dei lavoratori. Non permetto a nessuno di giocare su questi temi».

 

A che punto siamo con il Piano nazionale di ripresa e resilienza rispetto agli impegni che abbiamo preso con l’Europa.

«Attuare il Pnrr è fondamentale, e noi stiamo mantenendo gli impegni. A fine mese riceveremo un’altra tranche dall’Europa di 24 miliardi perché avremo raggiunto tutti gli obiettivi di questa fase, probabilmente saremo tra i primi in Ue».