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Il mio intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio

 

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Il testo del discorso per punti

 

“Un anno fa con Draghi momento magico per l’Italia, soufflé in forno. Poi qualcuno ha aperto il portellone”

Un anno fa eravamo in un momento magico, con l’economia in ripresa e l’Italia che riacquistava credibilità internazionale, grazie a Mario Draghi e al suo Governo. Dall’Europa e dal Next Generation Eu era nata una congiuntura astrale favorevole per il nostro Paese che le forze politiche appoggiarono con uno spirito repubblicano straordinario. Qui a Cernobbio, con un sorriso, avevo paragonato quel momento a un soufflé, esprimendo la mia preoccupazione, da cuoco dilettante qual sono: guai ad aprire il portellone del forno quando il soufflé sta crescendo, perché il rischio è che, con lo sbalzo di temperatura, imploda. Sembrava quasi una battuta. Ma, con il senno di poi, è quel che è avvenuto: purtroppo qualcuno ha aperto il portellone del forno.

 

Ora incertezza e paura, ma il clima resta positivo

Era il momento Italia, il momento Draghi, e quel clima veniva percepito positivamente nel mondo. Quasi mai era successo. Abbiamo fatto ciò che era nei voti di tutti: del Paese, dell’impresa, dei sindacati. Volevamo finire il lavoro cominciato. Finirlo a scadenza naturale, cioè ad aprile-maggio 2023, con tutti gli incastri del Pnrr. Finire quello che ci eravamo impegnati a fare con l’Europa, con gli italiani, con le imprese. Così non è stato e questo ha prodotto incertezza e paura. La domanda che tutti ci rivolgono è: che succede adesso? Ci chiedono di agire ugualmente, anche se non abbiamo i pieni poteri. E lo stiamo facendo, dalla mattina alla sera, anche perché Draghi ci “frusta” dalla mattina alla sera… E però, ascoltando Draghi a Rimini, l’ho risentito evocare lo spirito repubblicano e l’ho sentito positivo, come ho sentito positivo De Molli all’inizio di questo Forum, come sono positivi i dati dell’economia, come ho visto positivi i vostri sondaggi, che restituiscono una visione ottimistica del futuro sulla base delle vostre previsioni in termini di investimenti e budget.

 

Economia tiene: probabile che il 2022 chiuda con crescita al +4%

Viviamo, quindi, sentimenti contrastanti: paura, sconcerto, nubi dense, ma anche crescita dell’economia. Al momento è probabile che chiuderemo il 2022 verso il +4% di Pil, nonostante tutto quello che sta succedendo: la guerra, la crisi dell’energia, le elezioni in corso, il ricatto quotidiano sull’energia, le bollette spaventose e la sofferenza di interi settori e comparti energivori, dal vetro alla carta, della grande distribuzione e dei supermercati.
Nonostante tutto ciò, l’economia tiene. Sarò un inguaribile ottimista, ma non mi annovero tra i catastrofisti.
L’economia tiene perché tiene la manifattura, perché tengono i nostri imprenditori, perché tengono le nostre relazioni sindacali, perché non si è ancora scatenata, e speriamo che non si scateni mai, la spirale prezzi-salari che sarebbe una tragica iattura. Tiene perché tiene questo Governo, ancorché dimissionato, che nei mesi scorsi ha fatto una “manovra” da 50 miliardi, di cui 30 solo per l’energia, per sostenere famiglie e imprese.

 

Sbagliato associare alle elezioni una lettura distopica del futuro: sono momento alto della vita democratica di un Paese

Allora io voglio sfatare un punto: la lettura distopica del futuro non deve essere associata alle elezioni. Le elezioni sono un momento alto, straordinario, della vita democratica di un Paese e mai un’elezione deve essere considerata una iattura. È il massimo momento della verità per un Paese, per una società, per una comunità.

 

Concordo con Draghi: il prossimo Governo saprà preservare lo spirito repubblicano

L’errore è stato quello di aprire il portellone del forno, è stato quello di chiudere questa straordinaria avventura prima del dovuto. Ma io concordo con ciò che ha detto Draghi e Rimini: “Mi auguro che chiunque avrà il privilegio di guidare il Paese saprà preservare lo spirito repubblicano che ha animato dall’inizio il nostro Esecutivo. Sono convinto che il prossimo Governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili, come le abbiamo superate noi l’anno scorso. L’Italia ce la farà anche questa volta”. Ecco, questo il messaggio che io voglio ridare a voi attraverso le parole di Draghi. L’Italia dell’ottimismo, l’Italia della manifattura l’Italia, l’Italia dei servizi, l’Italia delle banche, l’Italia della finanza, l’Italia dell’università, l’Italia del mondo del lavoro, dei colletti bianchi, questa Italia che tiene ce la farà ancora una volta.

 

Spirito repubblicano vuol dire attuare il Pnrr e confermare posizione geopolitica dell’Italia

L’Italia del Governo uscente e l’Italia della democrazia che sta producendo il Governo entrante ce la farà ancora una volta. A una sola condizione: che continui a spirare lo spirito repubblicano, e quindi che sia confermata e accelerata l’attuazione del Pnrr, semmai aggiornandolo d’accordo con l’Europa, magari utilizzando i 30,6 miliardi del Fondo complementare in ragione delle necessità emergenziali dell’energia. Questo è lo spirito repubblicano, che significa anche confermare la posizione geopolitica dell’Italia in questo momento e, dunque, dire sì alle sanzioni alla Russia per la nostra libertà, per la libertà dell’Ucraina, per la libertà del mondo. Questo è lo spirito repubblicano che ha informato di sé il Governo Draghi e che deve continuare ad aleggiare anche dopo le elezioni, che deve continuare a spirare anche nei cuori e nella testa di chi ci governerà da ottobre. Io continuo a dirmi ottimista per questo nostro straordinario Paese.