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R.BRUNETTA (Colloquio con ‘La Repubblica’): “Frattini e gli anni al governo: affrontammo insieme la crisi economica più dura. Quei lampadari di Murano scelti da lui al ministero”

 

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Renato Brunetta: “Frattini e gli anni al governo: affrontammo insieme la crisi economica più dura. Quei lampadari di Murano scelti da lui al ministero”

di Valentina Conte

 

L’ex ministro della Pubblica amministrazione nel governo Draghi ricorda l’amico e collega di partito nell’esecutivo Berlusconi IV: “Portava la sua intelligenza e credibilità. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato insieme sul codice degli appalti”

ROMA – “Una notizia triste. Franco Frattini era un uomo gentile, preparato, corretto. Un amico”. Renato Brunetta condivide più di un ricordo con l’ex ministro appena scomparso. Non solo la militanza nello stesso partito, Forza Italia. Ma anche un governo assieme, il Berlusconi IV, tra il 2008 e 2011, con Giorgia Meloni ministra della gioventù: “Quello della più grave crisi economica e politica di questo secolo. Io ero alla Pubblica amministrazione, Frattini agli esteri”. In quel ruolo Frattini portava “tutta la sua credibilità personale, maturata negli anni come vicepresidente della Commissione europea e nelle altre esperienze internazionali: era un elemento di stabilità e credibilità per quel governo”.

Brunetta ricorda con piacere che Frattini lo aveva preceduto in quel ruolo ministeriale: “Anni prima era stato anche lui due volte ministro della Funzione pubblica, con Dini e nel Berlusconi II. I bellissimi lampadari veneziani che ancora adesso ci sono nel ministero, all’ingresso e sullo scalone, li aveva acquistati lui. Lampadari di Murano che da buon veneziano facevo sempre ammirare agli ospiti delle delegazioni straniere in visita: “Li ha presi Frattini”, dicevo. E tutti lo conoscevano e stimavano”.

In questo 2022 Brunetta ha più volte incontrato Frattini: “Lo ricordo alla cerimonia di insediamento come presidente del Consiglio di Stato, nomina voluta dal governo Draghi di cui facevo parte. Ma anche successivamente i contatti tra di noi erano frequenti, perché Draghi aveva affidato al Consiglio di Stato la delega per semplificare il Codice degli appalti e io come ministro della Pubblica amministrazione mi occupavo anche di semplificazioni. Lui era già malato, si vedeva. Ma non ne parlava, sempre schivo e riservato. Metteva tutta la sua competenza di giurista e magistrato di carriera nel lavoro che lo ha accompagnato fino alla fine”.

Una persona “di grande equilibrio e intelligenza, un servitore dello Stato”, dice ancora Brunetta. “Sempre molto apprezzato e credibile. Una presenza costante per me, negli anni. Sia in termini di relazioni che di amicizia. Mi mancherà”.