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Il mio intervento all’evento ‘Il Mose e gli altri: la difesa delle mareggiate nel mondo’ – Apertura della prima edizione della ‘Biennale della Sostenibilità’ (Sala degli Squadratori, Arsenale di Venezia)

 

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VENEZIA: BRUNETTA, DIVENTATA CITTÀ MONDO GRAZIE A INTELLIGENZA NOSTRI PADRI

«È la storia di una resilienza secolare, la capacità di dialogare con il mondo a partire da una laguna. Le lagune non dovrebbero esistere nei secoli. O diventano terra, o diventano mare. La laguna di Venezia continua nei secoli perché i veneziani hanno spostato i fiumi e hanno bloccato il mare, un’operazione che fa venire i brividi, un’operazione che implica un’enorme quantità di investimenti. Quindi la specializzazione produttiva, la base economica di Venezia, è stata ad alto valore aggiunto, in grado di finanziare l’enorme quantità di investimenti. Non si costruiscono questi contenitori senza un’enorme quantità di investimenti».

Lo ha detto Renato Brunetta, Presidente della Fondazione ‘Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità’, intervenendo all’apertura della prima edizione della ‘Biennale della Sostenibilità’ dal titolo ‘Il Mose e gli altri: la difesa delle mareggiate nel mondo’, organizzata e promossa dalla Fondazione in collaborazione con The European House – Ambrosetti, Consorzio Venezia Nuova, CORILA e Vela.

Dalla Sala degli Squadratori dell’Arsenale, il Presidente ha poi aggiunto: «Venezia non è diventata Città-mondo, Capitale del mondo perché aveva miniere d’oro o di altre materie prime. Venezia è diventata Città mondo grazie all’intelligenza dei nostri padri. Il tempo ha cambiato le condizioni a contorno: la storia, il tempo, la scoperta delle Americhe, l’industrializzazione, le nuove tecnologie, il cambiamento climatico. Venezia, da luogo di produzioni di merci ad alto valore aggiunto, si è ritrovata ad essere luogo di mera fruizione turistica, di un turismo di massa. Cosa non negativa in sé, ma negativa in quanto monocultura che spazza via le altre culture, le altre economie. Dacché non esiste più la base economica, rischia di non esistere più la base economica e assieme la base antropica, la gente».

 

VENEZIA: BRUNETTA, LA CULTURA È LA CHIAVE DELLA SOSTENIBILITÀ 

«Venezia si sta specializzando in mantenimento del cultural heritage. Pensiamo al valore della Biennale che è quello di mostrare la cultura degli altri. Sempre meno, però, produce cultura. E solo la produzione di cultura a 360° è la chiave della sostenibilità. Cultura vuol dire ricerca, insegnamento, tecnologia, bellezza, arte, sostenibilità, idrogeno, nuove tecnologie. Come all’inizio del secolo scorso zinco, piombo, rame, alluminio, cantieristica e poi la petrolchimica erano la cultura tecnologica del ‘900, oggi dobbiamo investire sulla cultura tecnologica del nuovo secolo. Tutto questo adesso è possibile grazie ad un’opera straordinaria, il Mose».

Lo ha detto Renato Brunetta, Presidente della Fondazione ‘Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità’, intervenendo all’apertura della prima edizione della ‘Biennale della Sostenibilità’ dal titolo ‘Il Mose e gli altri: la difesa delle mareggiate nel mondo’, organizzata e promossa dalla Fondazione in collaborazione con The European House – Ambrosetti, Consorzio Venezia Nuova, CORILA e Vela.

Dalla Sala degli Squadratori dell’Arsenale, Brunetta ha poi continuato: «Il Mose è oggetto di dibattito infinito, adesso è la condizione necessaria, ancorché non sufficiente, perché noi possiamo guardare al futuro, perché Venezia possa non solo guardare al futuro per sé stessa, ma anche per il mondo». Il Presidente della Fondazione ha poi continuato elogiando l’opera: «Il Mose, ci sono voluti trent’anni per costruirlo, circa sette miliardi di spesa diretta, altrettanti di indiretta. Se però guardiamo i preventivi delle altre parti del mondo vediamo che poi non costa così tanto. Si basa su un principio “banale”, quello di Archimede, un principio semplice con una realizzazione estremamente complessa. Dividere il mare da una laguna, chiudere le bocche di porto, fare alzare contemporaneamente i cassoni delle dighe mobili, farle scomparire quando non servono più, rifar defluire l’acqua per ossigenare la laguna: il Mose funziona, è stato alzato 50 volte per salvare la città. Quasi i veneziani non ci credono. Quando guardavo i grafici da Roma mi son messo a piangere. Quando ho visto che una notte due metri fuori e un metro dentro in laguna, un metro di differenza che si chiama Mose, si chiama vita, si chiama futuro e speranza. Questa non è una soluzione per Venezia, ma per il mondo».

VENEZIA: BRUNETTA, MOSE PATRIMONIO UNESCO

«Il Mose è la prima e più grande opera di sostenibilità che il nostro Paese può mostrare al mondo, la più grande opera di idraulica mobile della storia dell’umanità. Non c’è nessun’altra opera simile in giro per il mondo. Il 70% della popolazione mondiale vive su aree costiere, in città su aree portuali ed è a rischio sopravvivenza a partire dal prossimo secolo. Il Mose, invece, dà sicurezza alla Città di Venezia per i prossimi cento anni, ma la può dare anche al resto del mondo. È un esempio di sostenibilità che Venezia vuole dare al mondo, è un bene pubblico che chiederemo all’Unesco venga riconosciuto come opera della cultura mondiale. L’Italia potrebbe regalare al resto del mondo i suoi brevetti, la sua tecnologia, la sua manifattura, la sua sicurezza. Ovviamente con tutte le modifiche e i miglioramenti che il tempo ci indicherà. Questo potrebbe essere il sasso che noi gettiamo nello stagno del futuro, cioè Venezia, la più antica città del futuro. Grazie al Mose non è più il mondo che salva Venezia, ma Venezia che salva il mondo”.

Lo ha detto Renato Brunetta, Presidente della Fondazione ‘Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità’, intervenendo all’apertura della prima edizione della ‘Biennale della Sostenibilità’ dal titolo ‘Il Mose e gli altri: la difesa delle mareggiate nel mondo’, organizzata e promossa dalla Fondazione in collaborazione con The European House – Ambrosetti, Consorzio Venezia Nuova, CORILA e Vela.

Dalla Sala degli Squadratori all’Arsenale il Presidente Brunetta ha poi proseguito: «Partendo dalla convinzione che il Mose è condizione necessaria ma non sufficiente, tra le altre priorità della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità ci sono la salvaguardia fisica e ambientale della città, la realizzazione di un sistema antropico. Lavoriamo per attirare investimenti sostenibili che portino giovani, ricercatori e cultura. Tutte le migliori università del mondo potrebbero avere un loro campus a Venezia, così da raddoppiarne il numero di abitanti. Questa è l’altra scommessa della Fondazione: attrarre investimenti sostenibili, perché salvaguardia fisica, ecosistema ambientale ed ecosistema antropico insieme costituiscono un modello che vogliamo regalare al mondo».

 

VENEZIA: BRUNETTA, PROGETTO DI CITTÀ CAMPUS

«Dobbiamo riportate la gente qui a Venezia e bisogna fare come i nostri padri. Vale a dire attrarre giovani, intelligenza, cultura, arte, lavoro. E questo lo si può fare con questo nostro straordinario progetto di città campus facendo venire a Venezia le più grandi università d’Europa e del mondo a costituire i loro campus, i loro luoghi di docenza, di ricerca, così da rivitalizzare la città, non solo dal punto di vista demografico, ma dal punto di vista dell’attrazione di specializzazioni e di idee gli investimenti sostenibili. È quello che intende fare la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità. Raddoppiare il numero di studenti, dei ricercatori, dei laboratori. Perché raddoppiando il numero di studenti, di ricercatori, di lavoratori, noi attraiamo investimenti pubblici e privati che di quel capitale umano hanno bisogno. Difesa ambientale, sviluppo del capitale umano: questa è la ricetta della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, questo è il nostro sogno. Venezia, la più antica città del futuro».

Ha concluso così il suo intervento Renato Brunetta, Presidente della Fondazione ‘Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità’, in occasione dell’apertura della prima edizione della ‘Biennale della Sostenibilità’ dal titolo ‘Il Mose e gli altri: la difesa delle mareggiate nel mondo’, organizzata e promossa dalla Fondazione in collaborazione con The European House – Ambrosetti, Consorzio Venezia Nuova, CORILA e Vela.