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Il mio intervento all’evento “Proteggere le città costiere dall’innalzamento del livello del mare” – Secondo appuntamento della ‘Biennale della Sostenibilità’ (Università IUAV, Aula Magna)

 

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LEGGI L’INTERVENTO

 

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IL COMUNICATO CONGIUNTO

 

INNALZAMENTO DEL MEDIO MARE, BRUNETTA: “RITIRARSI DALLE COSTE È REGRESSIONE STORICA, SERVONO SOLUZIONI DI CONVIVENZA CON IL MARE SULL’ESEMPIO DI VENEZIA E DEL MOSE”

“Il mare è stato nella storia l’elemento che ha permesso il progredire delle città nel mondo. Se è vero che il 70% della popolazione mondiale insiste sulle coste e sui mari è anche vero che il 70% degli insediamenti è a rischio in questa fase della storia dell’umanità, perché l’innalzamento del medio mare porterà alla messa in discussione dell’insediamento di queste popolazioni”.

Così Renato Brunetta, Presidente FVCMS-VSF e CNEL, intervenendo al dibattito “Proteggere le città costiere dall’innalzamento del livello del mare” organizzato oggi nel capoluogo lagunare dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità e da IUAV nel contesto della prima Biennale della Sostenibilità.

“La prima risposta potrebbe essere ‘ritiriamoci verso l’entroterra’, una sorta di regressione storica nella storia dell’umanità che non sarebbe foriera di benessere, relazionalità e futuro. Quindi l’innalzamento del medio mare non può portare alla risposta più immediata: abbandonare i porti, le coste, le città di mare”. Secondo Brunetta occorre invece “prendere atto del cambiamento epocale e trovare delle soluzioni di convivenza con questo fenomeno, in positivo”.

L’esempio di Venezia e del suo rapporto fecondo con il mare possono essere di spunto per il mondo nell’affrontare i rischi dell’innalzamento del medio mare secondo il presidente Brunetta. “Venezia rappresenta un paradosso, è costruita su una foresta a testa in giù, è una città che non dovrebbe esistere, dentro una laguna che non sarebbe potuta durare per così tanto tempo”.

“Nessuno costruisce in un territorio instabile palazzi, cattedrali e campanili. Eppure, tutto questo è stato costruito a Venezia grazie all’intelligenza degli uomini, dei nostri padri che hanno voluto questa città dentro questo luogo assolutamente inadatto, assolutamente precario, assolutamente potente dal punto di vista dell’immaginario collettivo. Una città costruita su una foresta di milioni di pali conficcati nel sedime lagunare”. Secondo il presidente Brunetta “Venezia non può essere la soluzione per tutti i problemi del mondo” ma uno stimolo a prendere esempio dall’intelligenza umana nel gestire il cambiamento a partire dal MOSE e dalla salvaguardia diffusa della laguna.

 

BRUNETTA: MOSE EVOLUZIONE MODERNA DELLA CULTURA VENEZIANA ED ESEMPIO DA CONDIVIDERE CON IL MONDO ATTRAVERSO L’UNESCO

La straordinaria fortificazione militare rinascimentale di Sant’Andrea dell’architetto Michele Sanmicheli nella laguna veneziana è secondo il Presidente FVCMS-VSF e CNEL Renato Brunetta “il segno della cultura di Venezia che vedeva nel mare non un elemento di debolezza ma un elemento di forza. Al tempo sarebbe stato facile e meno costoso per i veneziani per difendersi dai turchi chiudendo l’accesso alla laguna e costruendo al di fuori la propria difesa, ma sarebbe stata la fine di Venezia così come l’abbiamo conosciuta. E come non pensare che Sant’Andrea sia l’antesignano del MOSE, anche lì sarebbe stato facile risolvere il problema dell’acqua alta e chiudere, ma così sarebbe finita Venezia”. Il MOSE è secondo Brunetta “una risposta dell’intelligenza umana” che considera “Il mare come fattore di vita, di economia, di crescita di civiltà” e si struttura come “una nuova convivenza, un nuovo protocollo di intesa, un nuovo paradigma di collaborazione tra gli umani e il mare facendo tesoro delle esperienze, delle tecnologie, delle storie, di tutto quello che la storia dell’umanità ha prodotto”.

“La salvaguardia diffusa – 12-14 miliardi di spesa, e non è finita, di cui 6-7 per il solo MOSE – è un’operazione costosa, complicata, un’operazione che fa discutere ma che per noi è una storia di successo, una storia di intelligenza” che ha coinvolto “un intero Paese, un’intera cultura”. “Questa storia senza trionfalismi la vogliamo mettere a disposizione del mondo, non è la soluzione per tutti i problemi di tutte le città costiere e dei porti del mondo, però l’approccio culturale che noi abbiamo scelto questo sì che può essere universale: rispettare la storia, il mare, la nostra cultura, le nostre comunità”. “Vogliamo regalare al mondo attraverso l’Unesco questa esperienza ma anche il know how, la progettualità, la cultura di questa esperienza, affinché sia possibile riprodurla”.

 

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PAPER SUL MOSE – Ing. Hermes Redi (ITALIANO)

 

PAPER SUL MOSE – Ing. Hermes Redi (INGLESE)