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Quel patto sulla legge elettorale che archivia (speriamo) vent’anni di odio e rancore

 

Berlusconi Renzi

 

L’incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, avvenuto sabato scorso nella sede del Pd, segna un importante punto di svolta nella politica italiana, e non solo perché sul tavolo è finita l’ipotesi di riforma della legge elettorale vigente. Da troppo tempo il Paese risente di un eccesso di incomunicabilità, e in questa spirale di chiusura è finita inevitabilmente anche la politica nel suo complesso.

 

Non stiamo qui a ricordare tutte le volte in cui la sinistra ha innalzato la bandiera dell’antiberlusconismo per condurre battaglie che in altre sedi – in particolare nelle urne – non sarebbe stata in grado di vincere. Numerose sono state le circostanze in cui si è mistificata la realtà, non dando minimamente atto a chi, pur partendo da idee e posizioni politiche differenti, aveva cercato di costruire qualcosa di positivo per il Paese.

 

Che senso ha dunque l’incontro tra il segretario del Pd e il leader indiscusso del centrodestra? Innanzitutto, esso ripristina la normale dialettica tra avversari politici, appartenenti a schieramenti opposti ma pur sempre disposti a dialogare per il bene comune. In tutti questi anni invece, la sinistra ha agitato il vessillo della sua superiorità morale, rifiutandosi di dialogare con chi sconfessava il suo credo in nome della libertà, di pensiero e di idee.

 

Oggi si respira un’aria pulita, che lascia ben sperare. Trovare un’intesa (o una bozza di intesa) su progetto di riforma della legge elettorale non è roba da poco conto, se si pensa che da anni se ne discute senza mai arrivare ad un punto fermo. Ci è voluto il pragmatismo di Berlusconi per sbloccare la situazione di stallo che si era venuta a creare. A Renzi invece va dato atto di una cosa: di essersi distinto dalla vecchia nomenclatura di stampo comunista, accecata dall’odio nei confronti dei propri avversari politici. Che sia la volta buona per riscrivere insieme una nuova pagina di storia parlamentare e costituzionale?

 

Angelica Stramazzi

TW@AngieStramazzi