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POLITICA. Il Pd, un partito in frantumi che mina la credibilità del Parlamento. Ma gli italiani vi guardano…

 

Pd

Ieri avevamo proposto una scommessa, mentre giornali e osservatori super-informati titolavano e si sperticavano in certezze sulle divisioni e scissioni prossimissime nel Popolo della Libertà. La ricordate? Abbiamo detto: scommettiamo che si spaccano loro? Oggi se ne accorgono pure gli altri. Benvenuti nel nostro club. Forse persino Letta si accorge da dove arrivano e soprattutto chi sono gli Unni. Ce li ha in casa. Infatti.

 

Il primo ministro va all’estero, viene elogiato da Obama – “non sono elogi formali, la fiducia è palpabile” si affretta a precisare il “Corriere della Sera” – e quelli del suo partito – approfittando della situazione – se lo incornano. Verrebbe da essere tristi. Povera Italia e povero Letta. Verrebbe di mandare un telegramma di solidarietà. Con una frasetta così: “Ci dispiace per l’umiliazione che il tuo partito infligge all’Italia e al suo presidente del Consiglio mentre sei all’estero”.

 

Ricordate? Quando i deputati e senatori di Pdl/Forza Italia consegnarono dimissioni di protesta, non contro il governo, ma per una scelta gravissima dell’alleato contro il nostro leader, Letta si scandalizzò, disse di sentirsi umiliato. Ora non dirà nulla, figuriamoci. Noi invece sì che parliamo. Per dire che cosa? Non riusciamo a essere tristi del tutto. I fatti dimostrano chi sia il lato instabile dell’Italia e del suo governo. Hanno preso tutto questi del Partito democratico e ella sinistra, per avere avuto uno 0,1 per cento di voti in più, ma vogliono di più. Hanno Quirinale, Senato, Camera, premier, 15 ministri su 23. Volevano pure altro. Che cosa? Volevano la presidenza della Commissione Antimafia.

 

Quando Rosi Bindi si è accorta che il suo partito aveva dovuto accettare un compromesso e consentire che l’incarico fosse dato a Dellai di Scelta Civica, in fondo un alleato, c’è stato uno scompiglio democratico, una specie di marcia militare di una parte di democratici contro l’altra. Un assalto di Bindichenecchi. Lotta interna furiosa. Ribellione della Masaniella dell’Azione cattolica. Lettonzoli in ritirata strategica. Un partito in frantumi frantuma la credibilità del Parlamento.

 

Avanti così, compagni. Gli italiani vi guardano. Un viceministro dell’Economia, Fassina, visto che Letta è in America gli scrive una lettera dove si lamenta del fatto che non gli dicono nulla, fanno la Legge di Stabilità e manco gli passano un foglietto. Epifani gli dà ragione. Com’è possibile che il mondo giri e non si fermi un attimo per far salire Fassina? Proprio così, Fassina con Letta sembra Miccoli con Moggi, quand’era alla Juventus e non gli tenevano il posto sul pullman.

 

Forza sinistra, continua a farti del male, che ci aiuti a vincere quando sarà il momento. Renzi dà un’intervista elettoralissima al “Corriere della Sera”. Si capisce che Renzi è il capo e Letta solo una specie di amico di Obama, che stia a Washington che è meglio. La famosa guerra tra cuccioli democristiani, un cartone animato di Walt Disney, 2014.

 

Lieto fine per noi. Dividersi ora non solo è un male morale, ma soprattutto sarebbe da cretini.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 18 ottobre 2013”