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Brunetta: Bankitalia, “Su sua valutazione chiediamo trasparenza a Letta e Saccomanni”

 

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“Il tema della rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici viene da lontano. L’argomento assume carattere di interesse generale per i riflessi che ha sull’economia italiana e per il significato che ha nei nostri rapporti con l’Europa e con il meccanismo unico di vigilanza che verrà affidato alla Bce.

 

Dall’operazione (win-win-win) derivano benefici per tutti: per le banche, che si ricapitalizzano e affrontano con meno pathos i parametri di Basilea III; per le imprese e le famiglie, che vedono riaprire nei loro confronti i rubinetti del credito; per lo Stato, che trae vantaggio in termini di gettito.

 

Pertanto, in nome della trasparenza, l’approfondimento della materia non deve limitarsi all’autoreferenzialità della tecnocrazia, ma dovrà essere posto al più presto all’attenzione della compagine di governo e del Parlamento. Non ci vuole grande fantasia per stabilire quanto vale Banca d’Italia. Tutti i numeri sono, infatti, iscritti a bilancio. Basta, quindi, guardarli e si vedrà che il valore di 5-7 miliardi su cui si concentrano le indiscrezioni dei giornali è lontano mille anni luce dalla realtà.

 

Al 31 dicembre 2012 gli utili netti di Banca d’Italia erano pari a 2,5 miliardi: per cui ipotizzando un ‘price earning’ (moltiplicatore degli utili per ottenere il valore dell’asset) di 10 si raggiunge la cifra di 25 miliardi. Per avere un’idea del carattere conservativo di questa valutazione si consideri che il price earning di Unicredit è pari a 30.

 

Se questi parametri sono ritenuti insufficienti, si guardi al capitale complessivo (comprensivo delle riserve accumulate) di Banca d’Italia, che, sempre al 31 dicembre 2012, era pari a 21 miliardi e 774 milioni. Oppure si consideri l’attivo iscritto a bilancio. Si tratta di circa 610 miliardi. Non tutto può essere considerato patrimonio netto, ma tra oltre 610 miliardi e 25 esiste una bella differenza, che non dovrebbe alimentare dubbio alcuno.

 

Con quale metodo di valutazione e analisi si sarebbe, invece, giunti al numero magico di 5-7 miliardi di cui si parla oggi (solo sui giornali, per la verità…)? Siamo sicuri che la commissione di esperti nominata ad hoc da Banca d’Italia fornirà tempestivamente tutti i chiarimenti necessari. Chiediamo al presidente del Consiglio, Enrico Letta, e al ministro dell’Economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, rispettosamente, chiarezza e trasparenza”.