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GIUSTIZIA. L’ assoluzione di Scajola e le rivelazioni sull’età di Ruby. Impossibile fingere indifferenza come fa Letta. E lasciar linciare Mastrapasqua…

 

 

Scajola

Ragazzi, a che cosa siamo stati appesi in questi anni? Di che cosa abbiamo parlato? Ma certo. Le sorti di governo e di relativi ministri sono state agganciate con nodi scorsoi  a case con vista Colosseo, al processo su Ruby-la-minorenne per antonomasia.

 

Il tutto agghindato da una certa magistratura, molto attenta intanto a esibire i propri bersagli umani sui carriaggi in sicuro viaggio verso la ghigliottina.

 

E ora che succede?

 

1)    Un giudice dice che non esiste reato nella questione che ha fatto cadere da ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. A suo tempo il rincorrersi di carte uscite dalle procure e rimbalzate con strepito sui giornali, lo indussero a dignitose dimissioni. Con il riflesso voluto dai colpevolisti a prescindere di indebolire il governo e gettare discredito, con cattive informazioni, su un dirigente del Pdl e in generale sulla classe politica. Ebbene, ora è ufficiale, è stata inflitta in questi anni una pena ingiusta e preventiva a Scajola, già nel frattempo tirato dentro e prosciolto, a danni fatti, in sempre nuovi affari giudiziari imbastiti sul vuoto.

 

 Ruby

 

2)    Un ministro marocchino dichiara di avere gli autentici certificati anagrafici che attestano la maggiore età di Ruby  già nel febbraio del 2010. Insomma, la storia della minorenne nella casa di Arcore non esiste, è una invenzione. La faccenda di doverla affidare per forza a una comunità terapeutica, è frutto di un errore, con a cascata la concussione come reato impossibile, eccetera. Non sappiamo che tipo di carte metterà a disposizione della giustizia italiana il ministro di Rabat. Quel che sappiamo è che il teorema della procura di Milano, fatto proprio ciecamente dalla stampa, e assecondato dai giudici del Tribunale, ora deve resistere a una pietra aguzza e a quanto pare autorevole, infilata nei suoi fantasiosi ingranaggi. Si rivela come il tutto – qualunque sia il risultato dell’analisi dei supposti documenti – sia ancorato a elementi di fragilità estrema, trasformati in cemento armato dall’odio.

 

Rendiamoci conto allora di un fatto. La politica italiana ha vissuto in questi anni ostaggio di inchieste dove sono stati trasformati in bubboni della peste, trascinati in lungo e in largo, con centellinamento degustativo di pruderie, persone integre. Noi lo sosteniamo con rigore.

 Mastrapasqua

La stessa cosa è accaduta a proposito di Nunzia De Girolamo, con la quale non abbiamo alcuna solidarietà politica, ma non per questo rinunciamo a un solido garantismo e alla vicinanza personale. Identicamente ci si sta accanendo sulla base esclusiva di un avviso di garanzia contro un manager del livello qualitativo altissimo quale è Antonio Mastrapasqua, colpevole di aver risanato l’Inps alla faccia della Cgil.

E ora chi si compiace di chiederne la testa è quel genio accademico e provvido ministro del Lavoro di Elsa Fornero, forte del prestigio acquisito con la creazione di un mostro mai visto, gli esodati.

Come può pretendere Letta di fare il capo del governo senza giudicare politicamente quel che la magistratura, con la coda dei giornaloni servili, combina contro le istituzioni e soprattutto contro le persone (alla fine ci interessano le persone, senza cui le istituzioni sono un monumento a se stesse)?

 

Non può reggere un governo che è incapace ed anzi si rifiuta aprioristicamente di affrontare la questione giustizia per il terrore di inimicarsi non tanto l’ordine giudiziario, ma alcuni magistrati potenti e prepotenti.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 28 gennaio 2014”