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Brunetta: Legge elettorale, “Non è accordo à la carte, si cambia se c’è l’ok di Berlusconi – Renzi”

 

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“Questo non è un accordo à la carte, come del resto ha detto anche Renzi: 5, 8, 12 e 35, questo è l’accordo complessivo. Se si cambierà qualcosa, si cambierà non perchè lo chiede Forza Italia ma perchè si conviene complessivamente tra Renzi e Berlusconi, e possibilmente anche tra gli altri attori di questa riforma”. Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, a SkyTg24.

 

“Noi siamo fermi sull’accordo, altrimenti si fa come il carciofo: prima si toglie la soglia del 35 e si porta al 38, poi si abbassa il 12 e lo si porta al 10, poi si abbassa l’8 e lo si porta al 7, poi si abbassa il 5 e lo si porta al 4, poi si fanno le candidature multiple. Sa cosa succede poi? Si torna al Porcellum”.

 

Le prefenze? “Non sono dentro l’accordo. Ancora una volta, non è un accordo à la carte, o si trova una volontà comune per cambiarlo oppure rimane quello che è stato definito tra Renzi e Berlusconi”. La norma salva-Lega per voi è decisiva? “C’è stata in tutte le leggi elettorali, per quei partiti che hanno un forte radicamento in alcune regioni, ovviamente valgono delle norme di tipo specifico, per noi è fondamentale ma penso anche per il Partito democratico”.

 

I colleggi deve disegnarli il Parlamento o il ministero dell’Interno? “Il Parlamento è attrezzato per farlo, e sarebbe un bene. La tradizione delega di solito al governo. Ci potrebbe essere una leale collaborazione tra Parlamento e governo con una supervisione del Parlamento rispetto a una delega al governo. Penso che questo non sia un problema, la leale collaborazione deve essere il punto principale”, conclude Brunetta.