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GOVERNO. Attenzione: l’ideologia dell’antigrillismo di Boldrini, Letta e intellettuali à la page è quasi peggio del grillismo. E ripete lo schema dell’antifascismo a guida Pci-Pd

 

Camera del Lavoro, convegno sul tema La violenza sulle donne e un emergenza, l'immagine e il potere, istituzioni e media verso il cambiamento. Con Susanna Camusso e il presidente della Camera Laura Boldrini.

L’antifascismo militante è stata l’ideologia che ha consentito al Partito comunista di guadagnarsi muscolarmente l’egemonia culturale e di passare pure per forza democratica. Gli eredi ripetono il gioco. Si tratta, dopo aver vellicato il Movimento 5 stelle come componente essenziale del cambiamento, ora che rompe le scatole ed effettivamente esagera, di sotterrarlo, possibilmente lucrando sul suo disfacimento.

 

Quanto sta accadendo in questi giorni è un fenomeno che sarebbe da studiare nel campo del marketing politico. Ma a noi, a questi signori che fanno la morale a tutti meno che a se stessi, sembra più consona l’etica.

 

Una premessa. Non c’è nessuno che possa darci lezioni di antitotalitarismo, dunque per questo siamo contro il grillismo. Sappiamo bene che è capeggiato da un paraguru che usa la Rete, Web per gli amici, come suo manganello personale.  Beppe Grillo è un conservatore del caos. Agita i suoi parlamentari e blocca i lavori del Parlamento per tirare il freno a mano della storia. E così impedire la riforma della legge elettorale. Lui vuole il proporzionale puro, per sguazzare nella palude da bravo parassita leader dell’antipolitica.

 

Detto questo, qui si è passati dalla condanna della violenza verbale e fisica, dalla reprimenda sul sessismo, all’ideologia dei puri e immacolati che schiacciano gli intrusi brutti, sporchi, maleducati e puri stupratori eversivi. Qui non ci siamo.

 

Non è proprio morale, non c’entra nulla con la democrazia il voler escludere dal consesso democratico che sporca il prato verde dove debbono poter scorrazzare solo i purosangue della cultura e del progressismo. Sono gli stessi dell’antifascismo e dell’antiberlusconismo, che a migliaia firmarono il manifesto  di Bobbio, Sylos Labini nel 2001 sostenendo che se vinceva Berlusconi avrebbe trionfato la dittatura fascista.

 

Basta così, grazie. L’episodio per capire tutto è quello che ha riguardato il cittadino deputato (loro amano definirsi così) Alessandro Di Battista. Per dire la modestia del tipo, basti dire che sente il bisogno di scrivere nella sua biografia ufficiale che ha preso non solo la laurea ma anche la lode, perbacco.

 INVASIONI

Però è lui, Alessandro e basta. Con le sue idee, che bastano e avanzano per azzannarlo dialetticamente.  Invece a “Invasioni Barbariche” Daria Bignardi, su La7, gli domanda una-due-tre volte se è vero che il padre sia proprio quel Vittorio Di Battista, fascista in camicia nera. E perché. E come mai. E come si senta per questo. Al che, con civiltà, Di Battista non rinnega il padre come avrebbero insegnato un minimo di scuola stalinista, e di letture leniniste, ma semplicemente distingue la sua persona da quella del genitore mussoliniano. Bravo. Meglio di una laurea con lode in disciplina dello spettacolo.

 

A questo punto, applicando la regola aurea di Sandro Pertini, peraltro antifascista, che detta: “A un brigante un brigante e mezzo”, un portavoce dei 5 stelle, Rocco Casalino, che partecipò peraltro con Daria Bignardi al primo “Grande Fratello”, le risponde sul Blog di Grillo: “Cara Daria, se ti invitassi a una trasmissione tv e le domande fossero: come si sente tuo figlio a scuola ad avere il nonno mandante di un assassinio? Come è l’aver sposato il figlio di un assassino?”. Infatti la conduttrice ha sposato il figlio di Adriano Sofri, condannato per l’omicidio del commissario Calabresi.

 

Che succede? Uno di buon senso dice: chi la fa l’aspetti. Invece no. La Boldrini, Presidente della Camera, invece di manifestare solidarietà a Di Battista per l’assalto indecoroso alla sua genealogia, solidarizza con la Bignardi e già che c’è con Fabio Fazio. È apparsa davanti alle telecamere sconvolta come Di Pietro fuori da Palazzo di Giustizia per fare il suo pronunciamento del luglio 1994 circondato dal pool.

 

Sia chiaro. Le aggressioni successive e farneticanti su internet a Bignardi e Sofri sono uno schifo, ma chiunque faccia politica e giornalismo è inseguito ogni giorno da decine di scotennatori anonimi. Invece per la Presidente Boldrini esistono solo lei stessa, presidentessa medesima, e la dottoressa Bignardi. Inseguiti da violenti. In quell’aggettivo incorpora tutti. Forse anche dal papà fascista di Di Battista.

 

Figuriamoci Casalino. Così, come l’arbitro prevenuto e vendicativo,  dato che i tifosi di una squadra lo hanno insultato a sangue, si mette a fischiare a senso unico. Ignora la bastonatura mediatica inflitta a Di Battista, e si concentra sulle repliche. Solo quelle sono “linciaggio mediatico”.  La Boldrini poi, verso la quale rinnoviamo solidarietà per le volgarità intrise di sessismo scagliate contro di lei, qualifica come “eversivi” i grillini, “attacchi eversivi” quelli a lei dedicati, “opposizione eversiva” quella del M5s.

 

Pajetta e i comunisti fecero di più e di peggio, e ora sono circondati dall’aura dell’eroismo. Se il Presidente della Camera del tempo, che era Gronchi, li avesse bollati come oggi fa la Boldrini, che sarebbe successo? Osiamo pensarlo, e non ci piace proprio. Si astenga dunque da giudizi politici e morali su una parte in campo. Li lasci a chi sta nell’arena e non sopra, come dovrebbe esser lei .

 

Ideologia dell’antigrillismo come nuova forma di arco dei presentabili. Non ci stiamo. E ci spaventa Enrico Letta che, attendista su tutto, invece trova il tempo e il modo di scatenarsi contro il povero Casalino colpevole di aver rintuzzato la prosopopea della Bignardi.

 

Incredibile Enrico Letta, il quale dagli Emirati, anticipa forse l’accordo di governo e lo detta con queste parole schierandosi con Bignardi e Sofri: “È scandaloso, non posso non commentarlo, pur essendo concentrato qui” dice il premier da Doha, in Qatar, dove è in visita ufficiale. “Ho letto sul blog di Grillo frasi folli verso una giornalista, Daria Bignardi e suo marito. È una corsa verso la barbarie”. Diciamo che quella di Letta è una corsa in soccorso dei padroni del vapore mediatico, dai quali si aspetta riconoscenza. Ennesima marchetta.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 04 febbraio 2014″