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GOVERNO. Napolitano contro l’austerità “a ogni costo”. Applauso. Una domanda. Quali sono i costi accettabili? Quelli del golpe del 2011? Il rimedio c’è: ridare voce al popolo

 

Napolitano

Il Presidente Napolitano si scopre contro l’“austerità ad ogni costo”.  Una frase importante, pronunciata in un contesto alto: il Parlamento europeo.

Tutto questo implica tre osservazioni.

 

1) Plauso. Consenso.  La verità la applaudiamo sempre. Basta austerity, titola “Repubblica” a tutta pagina. E poteva essere il titolo a piena pagina di “Corriere”, “Stampa”, “Repubblica”  di un anno, due anni fa messo in bocca a Silvio Berlusconi.

 

2)  Invitiamo Napolitano a tirare le conseguenze di questo giudizio. Visto che – lo sanno bene tutti quanti, pure la Merkel e Obama –  il governo Letta si regge sulle sue antiche spalle, sarà bene che nei frequenti colloqui includa tra le riforme indispensabili e necessarie quelle della posizione della schiena di Letta e di Saccomanni. Non più inchinati dinanzi all’Europa germanizzata e ai sacerdoti di Bruxelles obbedientissimi alla papessa Angela. Eserciti un’efficace moral suasion nei confronti della Merkel. Restituisca le telefonate dell’autunno 2011.

 

3) No all’“austerità a ogni costo”. Vorremmo sapere se il costo dell’essere stati obbligati dalle pressioni straniere a rinunciare alla nostra prerogativa sovrana, e aver piazzato un premier senza elezione popolare, e un governo dei tecnici a indirizzo merkeliano, sia stato o no un costo accettabile. Ci interessa saperlo. Noi riteniamo di no. Anzi, ne siamo certi. Riteniamo che nel “a ogni costo” non rientrino i golpe eterodiretti, e subiti, siamo certi con le migliori intenzioni, ma non sarebbe il caso di riconoscerlo? La verità è importante, molto importante se non si vuole che la caligine brumosa della menzogna alteri ancora oggi i rapporti tra le forze politiche.

 

N.B. Signor Presidente Napolitano, risulta, specie dagli interventi del ministro dell’Economia di Berlino, Wolfang Schäuble a Davos, che la Merkel, nonostante governi con i sociademocratici, non intenda recedere minimamente dalla politica di rigore e “debito zero” che ci sta uccidendo. Che consigli dà, pratici, operativi, ad un governo attendista e disperso nei deserti d’Arabia? Non è il caso di dare più forza all’Italia grazie a un governo che sia espressione autentica e forte del popolo italiano?

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 05 febbraio 2014″