Socialize

Intervento dell’on. RENATO BRUNETTA in ricordo dell’onorevole GIORGIO STRACQUADANIO

 

Stracquadanio

 

In ricordo dell’onorevole Giorgio Stracquadanio.

RENATO BRUNETTA.

 

Giorgio Stracquadanio è morto venerdì 31 gennaio a Milano intorno alle ore 21, aveva 54 anni.

 

 

 

Con lui scompare una delle voci più forti e libere della politica italiana dell’ultimo decennio. Un uomo intelligente, vivace e mai banale. Un uomo libero.

In tanti lo ricordano come “il falco gentile”, deciso, a volte sfrontato, controcorrente, ma sempre elegante, con il sorriso sulle labbra, sempre pronto a difendere le sue idee e le sue convinzioni con reale passione. La sobrietà e la noia non erano per lui.

Avevo sentito recentemente Giorgio. Aveva affrontato la malattia con decisione, con scientifica determinazione e consapevolezza, come faceva sempre con le cose che affrontava. Raccontano che mesi fa fosse andato al pronto soccorso dopo una notte in bianco, per un dolore insopportabile ai polmoni: “O è polmonite o è cancro – avrebbe detto – ho fumato una piantagione di tabacco”. Ahimè era cancro.

“Ho intenzione di combattere”, era stata la sua prima reazione. “E di scrivere, perché altri non facciano, con il fumo, l’errore che ho fatto io…”. Ne parlammo al telefono, ne parlammo a lungo: lui consapevole, io ammirato. Ricordo benissimo l’ultima nostra telefonata: parlammo di contabilità, di piastrine, globuli rossi, globuli bianchi… con il tono agonistico di sempre.

Di lui ricordo chiaramente una cosa: odiava compiacere le posizioni scontate, odiava il politicamente corretto. Odiava soprattutto due categorie dell’umano universo: gli ipocriti e i tiepidi.

Per questo veniva facile criticarlo e per questo risultava straordinariamente interessante. Si andava da lui perché era colto, beneducato e intelligente. Si andava da lui perché era geniale e conversarci era gradevole, era un arricchirsi ogni volta di più.

Sapeva leggere gli avvenimenti in sincrono, mettendo insieme piani e materie: per lui la politica estera e interna, economia e sicurezza nazionale, filosofia e storia si legavano e si tenevano tutte insieme. Prima di tutti gli altri aveva colto il fallimento della politica economica di Giulio Tremonti. Un fallimento che consisteva, innanzitutto, nel non corrispondere affatto alla linea di un governo di centrodestra.

È stato più berlusconiano di Berlusconi, ma un berlusconiano intelligente, colto, nella realtà moderato. Un intellettuale originale, spiritoso, vivace e frizzante. Mai naftalinico e con la puzza sotto al naso.

Giuliano Ferrara ne ha scritto: “Stracquadanio era un tenacissimo partigiano con un retroterra sofferto di intuizioni polemiche e disgusti”. Del resto ciascuno è sempre molte cose insieme.

E Giorgio, uomo libero, era molte e molte cose insieme, a volte “amico e nemico”.

Memorabili le sue sfuriate, anche con me. Senza però che il filo della nostra amicizia si spezzasse. Mai. Neanche dopo le sue ultime decisioni politiche.

Giorgio, molte cose insieme: la maggior parte delle quali speciali, uniche, irripetibili, inimitabili.

 

 

 

Ciao Giorgio, mi mancherai, ci mancherai, davvero, tanto!