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LEGGE DI STABILITA’. Le 10 debolezze del disegno per il 2014 – 2016 e le 10 ‘vitamine’ del Pdl – Forza Italia

 

Letta Saccomanni

 

A) IMU

 

L’IMU sulla prima casa è abolita (l’aliquota era del 4 per mille). Si paga solo l’1 per mille di TASI, che i Comuni possono aumentare fino al 2,5 per mille = risparmio sulla prima casa dall’1,5 al 3 per mille della rendita catastale.

Le seconde case, però, continuano a pagare l’IMU (7,6 per mille) + l’1 per mille di TASI (che l’anno scorso non pagavano, e che può arrivare al 2,5 per mille) + devono aggiungere nella base imponibile IRPEF il 50% dei redditi degli immobili ad uso abitativo non locati, ubicati nello stesso comune di residenza = aggravio sulle seconde case dall’1 per mille al 2,5 per mille + IRPEF progressiva.

Per avere un’idea di grandezza, i contribuenti che nel 2012 hanno versato l’IMU sulla prima casa sono 17,8 milioni. I contribuenti che versano l’IMU sulle seconde case sono 15,3-16 milioni.

In soldoni, l’abolizione dell’IMU sulla prima casa è interamente coperta dall’aumento della tassazione sulle seconde case, sulle quali si insiste, con la componente IRPEF, anche per coprire l’introduzione della deducibilità del 20% dell’IMU versata sugli immobili strumentali delle imprese, a partire già dal 2013.

Il vero risparmio complessivo nelle tasche degli italiani è di 1 miliardo di euro, legato all’abolizione della TARES. Se l’IMU sulla prima casa fosse stata abolita veramente il risparmio complessivo sarebbe stato di 4 miliardi.

Oltre a ciò, con questo disegno di Legge di stabilità il governo viene meno all’impegno preso dal presidente del Consiglio nel suo discorso sulla fiducia del 29 aprile 2013, ribadito il 2 ottobre 2013, a realizzare entro l’anno la riforma dell’intero sistema di tassazione degli immobili in Italia, che non riguarda solo la proprietà, ma anche le transazioni immobiliari, gli affitti, ecc..

 

 

 

B) CUNEO FISCALE

Le maggiori detrazioni per redditi di lavoro dipendente previste dal disegno di Legge porteranno nelle tasche dei lavoratori un vantaggio netto annuo pari a:

49,19 euro per chi guadagna 10.000 euro annui lordi; 107,5 euro per chi guadagna 30.000 euro annui lordi; 64,5 euro per chi guadagna 40.000 euro annui lordi; 21,5 euro per chi guadagna 50.000 euro annui lordi.

La deduzione IRAP prevista per le imprese che assumono nuovi lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato ammonta a 585 euro all’anno per 3 anni.

 

 

 

C) CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ PER PENSIONI SUPERIORI A 150.000 EURO

 

Si tratta di una misura odiosa, di un obbrobrio incostituzionale, perché mina il rapporto di fiducia tra lo Stato e chi ha maturato il diritto al trattamento pensionistico (tra l’altro per riscuotere un importo modesto, di 118 milioni all’anno, da destinare agli “esodati”).

Schema “contributo di solidarietà”:

 

-5% per la parte eccedente 150.000 euro fino a 200.000 euro;

 

-10% per la parte eccedente 200.000 euro fino a 250.000 euro;

 

-15% per la parte eccedente 250.000 euro.

 

 

Un “contributo di solidarietà” è richiesto anche a tutti i contribuenti italiani con redditi superiori a 300.000 euro annui lordi per tutto il triennio 2014-2016, per un importo pari al 3% della parte eccedente 300.000 euro. Valore totale della misura: 150 milioni di euro all’anno per 3 anni.

Ma non c’è solo la “tosatura” delle pensioni più alte, ma anche la deindicizzazione delle pensioni superiori a 3 volte il minimo, vale a dire 1.486,30 euro mensili lordi: misura che va a colpire il 59% dei pensionati italiani.

 

Schema indicizzazione:

 

 

 

– 90% per pensioni superiori a 3 volte il minimo (1.486,30 euro mensili lordi);

 

– 75% per pensioni superiori a 4 volte il minimo (1.981,70 euro mensili lordi);

 

– 50% per pensioni superiori a 5 volte il minimo (2.477,20 euro mensili lordi).

 

 

 

 

 

 

D) CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA

 

Anche in questo caso, si è fatta tanta pubblicità delle coperture previste dal disegno di Legge, della virtuosità dei tagli e dell’assenza di nuove tasse, ma la verità non è stata detta fino in fondo.

Perché se entro il 15 gennaio 2015 non saranno realizzati risparmi di spesa per: 3 miliardi di euro nel 2015; 7 miliardi nel 2016; 10 miliardi a decorrere dal 2017; ci sarà un taglio delle deduzioni e detrazioni fiscali per pari importi. In parole povere: aumento della pressione fiscale.

Più che come un impegno a realizzare i tagli programmati, appare come una riserva mentale per giustificare il mancato raggiungimento degli obiettivi di Spending review.

Oltre a ciò, le misure relative alla revisione del trattamento delle perdite su crediti da parte di banche, assicurazioni e altri intermediari, dalle quali il governo stima di reperire risorse per 2,2 miliardi di euro, appaiono più un costo per lo Stato che un’entrata (si offrono più deduzioni fiscali alle banche che subiscono perdite quando i clienti non rimborsano loro i prestiti).

Lo stesso dicasi con riferimento alle dismissioni del patrimonio pubblico: le risorse (pur sempre risibili) da esse derivanti devono essere contabilizzate, secondo le regole di Eurostat, a riduzione del debito pubblico (che è una grandezza “stock”) e non del deficit (che è una grandezza “flusso”), come fatto nella Legge di stabilità approvata dal Consiglio dei ministri.

 

 

 

E) VARIE ED EVENTUALI

 

Tutto il resto delle misure sono a favore dell’elettorato di sinistra:

finanziamento della Cassa Integrazione in deroga (600 milioni); contrasto alla povertà (900 milioni tra Carta acquisti; Fondo per le politiche sociali; Fondo per i non autosufficienti; Fondo per i lavoratori socialmente utili); allentamento del Patto di stabilità per i Comuni (tutti di sinistra): 1 miliardo destinato a investimenti in edilizia scolastica e al dissesto idrogeologico.

Oltre a ciò, con questo disegno di Legge di stabilità il governo viene meno all’impegno preso dal presidente del Consiglio nel suo discorso sulla fiducia del 29 aprile 2013, ribadito il 2 ottobre 2013, a realizzare entro l’anno la riforma della struttura delle aliquote IVA per scongiurare ulteriori aumenti, come quello avvenuto lo scorso 1° ottobre.

 

 

 

 

Pdl - Forza Italia

 

 

 

 

Ecco invece le 10 proposte/vitamine de “Il Popolo della Libertà – Forza Italia” indirizzate al governo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. Chiudere già nei prossimi 2 mesi, mentre in Parlamento si discuterà la Legge di stabilità, l’accordo bilaterale con la Svizzera per il rientro dei capitali, in modo tale da avere subito contezza di quando e quante risorse arriveranno nelle casse dello Stato, sia una tantum che a regime;

 

 

 

 

2. Chiudere già nei prossimi 2 mesi il dossier relativo alla rivalutazione delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia, in maniera tale da sapere quando e quali importi saranno disponibili per lo Stato;

 

 

3. Attuare le vendite del patrimonio pubblico almeno per 1 punto di Pil (16 miliardi) all’anno, come programmato dall’ex ministro Grilli, e non miseri 500 milioni attualmente previsti dalla Legge di Stabilità del ministro Saccomanni;

 

 

4. Dare attuazione a tutti i provvedimenti relativi alla sburocratizzazione, decertificazione e informatizzazione della PA, come la ricetta medica elettronica, che potrebbero far risparmiare fin da subito qualche miliardo di euro;

 

 

5. Privatizzare le public utilities, come richiesto, tra l’altro esplicitamente dalla Commissione europea (5-10miliardi all’anno);

 

6. Procedere finalmente con il riscatto delle case popolari da parte degli inquilini (3-5 miliardi all’anno);

 

7. Un grande programma di assicurazione del territorio contro i rischi delle catastrofi naturali;

 

 

8. La realizzazione di un sistema di sicurezza integrato, attraverso l’uso delle nuove tecnologie informatiche;

 

 

9. Un grande piano di ristrutturazione ed eventuale costruzione di nuovi impianti e complessi sportivi multi-funzionali;

 

 

10. Un grande progetto per il rilancio e lo sviluppo della filiera del turismo, in una visione integrata.

 

 

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 21 ottobre 2013”