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GOVERNO. Il cammino di Berlusconi e Forza Italia va. Quello di Renzi e Letta sta fermo 15 giorni. Un lusso che noi italiani non possiamo permetterci

 

Renzi Letta

Siamo oltre quota 40. I sondaggi registrano, come il vecchio infallibile ammiraglio Boom di Mary Poppins, che il vento ha cambiato giro. Il popolo è capace di giudicare più dei salotti radical chic. Non è umore momentaneo. È la constatazione di quella che è la dote dei materiali inossidabili, infrangibili, affidabili, a cui aggrapparsi nella tempesta. L’Economist la chiama resilienza, la sua capacità di tenere duro, di non mollare, di non arrendersi, il suo essere ancora, nonostante tutto e nonostante tutti, al centro della scena politica in Italia. Berlusconi è così. Ed in più è vivo, vivissimo.  Silvio forever. Finalmente anche la stampa internazionale ha capito di aver esagerato negli ultimi 20 anni. E comincia a fare autocritica. Il tempo è galantuomo. Le alte cariche dello Stato, meno, molto meno. Parliamo della seconda. Pietro Grasso ha deciso all’unanimità di se stesso, sottomettendo il Presidente al pm. Il pm ha ammanettato il Presidente del Senato e con ciò ha ridotto il rango del Senato a appendice di un Tribunale. Ha capovolto la democrazia, sottomettendola al richiamo della foresta dove ancora si muovono gufi e altre specie notturne.

 

Non finisce qui. Non digeriamo facilmente un’offesa alle istituzioni in quanto rappresentanti di tutti gli italiani, e non solo dei pm, della sinistra e dei loro protettori su e giù per i Colli.

 

Il cammino di resistenza e di salvezza della libertà in Italia procede. Forza Italia è rinata per questo. Ieri Berlusconi ha dato il la a nuove nomine. Ha deciso di dare forza alla propria presenza in Forza Italia nominando a capo dello staff la senatrice Mariarosaria Rossi, e ha scelto una commissione (presidente Matteoli, con Osvaldo Napoli, Saverio Romano, Cattaneo e Fitto) per curare quello che Berlusconi ha nel suo dna di leader moderato: la capacità di federare, di unire in un solo corpo, le varie componenti del centrodestra. Uniti e distinti.

Così diventa possibile non solo battere il Pd, ma arricchire il bouquet delle nostre proposte, dare più colore alle nostre idee.

 

Idee? Certo che ne abbiamo. Chi legge il “Mattinale” lo sa. Economia, giustizia, architettura istituzionale, scuola, ricerca, lavoro, giovani, diritto delle persone. Se andiamo al governo noi, staranno meglio anche i cani, e non è un modo di dire.

 

Per questo vogliamo presto andare al voto. Abbiamo idee di governo. Certo intendiamo prima che si trasferisca sul piano delle leggi e della Costituzione il patto che il presidente Berlusconi ha stipulato con il segretario Renzi. Siamo gente di parola, noi. Ma tutto questo non può diventare tolleranza alla inettitudine di questo governo dinanzi alla crisi economica, ai diktat europei. Queste riforme vanno fatte in fretta, vanno fatte ieri, se fosse possibile. Tergiversare è un delitto contro l’Italia.

 

Per questo guardiamo con sconcerto la melina di stampo democristiano, senza disprezzo per quanto ha fatto la Dc nel suo sorgere, ma assai perplessi sulle contese tra correnti negli anni del declino.

Anche nella Dc c’erano eccellenti quarantenni. Poi però consumavano le loro energie nei chiacchiericci e nelle spartizioni, convergendo parallelamente dove gli italiani non ci capivano nulla.

 

Così Renzi e Letta. Così giovani e già così notabili dc. Questa storia di rimandare di 15 giorni è insopportabile. I tempi della democrazia contemporanea e post moderna, non sono quelli che viaggiavano sul calesse del conte di Firenze che si recava dal barone Enrico. O mandavano messaggi con il testimone.

 

Che cosa può capitare di bello e buono in quindici giorni di nullismo decisionale, come hanno stabilito tra loro Renzi e Letta? Solo uno scivolamento verso l’abisso del nostro Paese, che  è un po’ più grande e importante delle loro pur preziose ambizioni.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 07 febbraio 2014”