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Brunetta: Agenda digitale, “Smettiamola di prenderci in giro”

 

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Dichiarazione dell’onorevole Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia:

“In un’intervista a ‘Il Messaggero’ il Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, Francesco Caio, non nasconde la soddisfazione per aver centrato, a suo dire, un primo grande risultato nella modernizzazione della disastrata macchina amministrativa pubblica: la partenza della fattura elettronica obbligatoria a partire dal prossimo mese di giugno.

Non basta. Con slancio e sfacciata noncuranza attribuisce al governo del presidente Letta un deciso salto di qualità nella attuazione dei processi di digitalizzazione della PA, un nuovo approccio, una nuova attenzione politica, un’accelerazione nella approvazione dei decreti. Nulla di più falso. Tutti sanno, ma sono stato l’unico a dirlo pubblicamente e tante volte, che l’azione del governo Monti prima e del governo Letta oggi è servita unicamente a fermare tutti i progetti avviati dal presidente Berlusconi e che, come ministro dell’Innovazione ho seguito quotidianamente. Progetti complessi, difficili, duramente contrastati dalla burocrazia interna ma che noi abbiamo fondato su due pilastri fondamentali: la trasparenza e la chiara attribuzione delle responsabilità.

Dopo di noi tutto è tornato nell’ombra e nessuno sa più chi ha il compito di fare cosa. Caio si vanta di aver sbloccato lo Statuto dell’Agenzia per l’Italia digitale. Agenzia voluta dall’allora ministro Passera, che ha chiamato da Poste Italiane  il direttore generale, e che, a quasi due anni dalla sua istituzione, è ancora ferma al palo. La bozza dello Statuto è stata tenuta riservata per oltre un anno e non sono state smentite le voci di una forzatura sulla coerenza con le norme in materia di assunzione di nuovi dirigenti esterni. Stendiamo un velo pietoso e non ne parliamo più, saranno altri a valutare le singole responsabilità

Parliamo invece di fatturazione elettronica, a cui Caio attribuisce la capacità di risparmi per circa 8-10 miliardi di euro. La legge è vecchia di sei ani e il decreto di attuazione, pronto dai primi mesi del 2011 e fermato da Passera e Patroni Griffi insieme a tutti i decreti di attuazione del Codice dell’Amministrazione Digitale, è arrivato in Gazzetta Ufficiale solo lo scorso aprile.

Bene. Le regole sono importanti ma, da sole, non bastano. Delle oltre 22.000 amministrazioni coinvolte meno dello 0,2% hanno compiuto il primo semplice passo: la registrazione nell’anagrafe centrale per la fatturazione elettronica. Nessuna ha adeguato i propri sistemi informativi, o ha avviato programmi di formazione e informazione per i dipendenti o i fornitori, o rivisto le procedure interne per la registrazione e il pagamento delle fatture. Stiamo correndo verso il disastro. E nessuno se ne preoccupa, o ha la responsabilità di occuparsene. Le imprese tra poche settimane dovranno obbligatoriamente mandare le fatture solo in formato elettronico, pena il loro mancato pagamento. Se il sistema pubblico non sarà pronto, e non lo sarà dato che non ha nemmeno iniziato a prepararsi il risultato sarà ulteriore confusione e ulteriori terribili ritardi.

Invece di glorificare se stesso Caio farebbe bene a lanciare un grido di allarme e Letta e Saccomanni farebbero bene a uscire dal silenzio e dall’ombra e a rendere tutto trasparente, a partire dai compensi di questi discutibili Campioni Digitali”.