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BRUNETTA-ROMANI: NAPOLITANO, “NESSUNA GIUSTIFICAZIONE COSTITUZIONALE, TROPPI PUNTI OSCURI”

 

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Non ci può essere nessuna giustificazione costituzionale per un’iniziativa del Presidente della Repubblica volta a precostituire la formazione di un nuovo governo quando quello in carica continua a godere della fiducia delle Camere.

È vero che anche in un sistema parlamentare, come insegnano i classici del costituzionalismo, il Capo dello Stato può ergersi a risolutore delle crisi di sistema, ma perfino in quelle circostanze estreme la legittimità dell’azione del Presidente della Repubblica può giustificarsi solo a due condizioni.

La prima é che una crisi effettivamente vi sia e che essa sia tale proprio perché le forze politiche non sono in grado di assicurare continuità alla vita dello Stato.

La seconda condizione é che l’azione del capo dello Stato sia comunque orientata a ripristinare il legittimo funzionamento delle istituzioni, che in democrazia significa innanzitutto appello al popolo convocando le elezioni per rilegittimare politicamente un nuovo indirizzo di azione dello Stato.

Nella vicenda che ha condotto alla formazione del governo Monti ci sono troppi punti oscuri: a cominciare da iniziative di consultazioni senza che ve ne fossero i presupposti, cioè la crisi di governo, e a finire alla nomina a senatore a vita di Mario Monti.

Nel nostro ordinamento la nomina a senatore a vita ha infatti una finalità ‘retrospettiva’, di omaggio a chi ha servito la patria per altissimi meriti, non la funzione di investitura al potere senza che tale scelta emani dalla volontà diretta o mediata del popolo. Altrimenti, come ricorda un illustre costituzionalista, ci troviamo o in un governo autoritario o in una Repubblica presidenziale. Poiché la nostra non lo è, né Napolitano sembra aver mai nemmeno auspicato questa evoluzione, l’alternativa è drammaticamente preoccupante.