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IL MATTINALE (FI): ARTICOLO FRIEDMAN SU FT IN 10 PUNTI

 

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“Il Mattinale”, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati, in un’edizione speciale titolata “Scacco matto a Re Giorgio. Tutto sul golpe del 2011”, riporta la traduzione dell’articolo pubblicato oggi dal Financial Times, a firma di Alan Friedman, che ricostruisce i retroscena della fine dell’ultimo governo guidato da Silvio Berlusconi. Di seguito i passaggi salienti:

“Mario chiese se ci saremmo potuti incontrare, e io scelsi una tipica trattoria svizzera per cena, giusto fuori St Moritz. Ma all’ultimo minuto lui disse che voleva parlare in privato e io così ribattei: ‘Certamente, fermati a casa mia prima di cena’, e così lui venne da me”, affermò De Benedetti. “E fu allora che lui mi disse che era possibile che il Presidente della Repubblica, Napolitano, gli avrebbe chiesto di diventare Presidente del Consiglio, e mi chiese un parere”'”.

“Quell’agosto, argomento di conversazione tra De Benedetti e Monti, fu quanto tempo potesse ancora durare. “Dissi a Mario che avrebbe dovuto prendere quell’incarico e che si trattava solo di una questione di tempo. Se Napolitano avesse formalizzato l’offerta in settembre sarebbe stato corretto, ma se l’avesse posticipata a dicembre sarebbe stato troppo tardi”, racconta De Benedetti”.

“Romano Prodi, ex Presidente della Commissione europea e un altro vecchio amico di Monti, ricorda una simile conversazione, ma addirittura prima, verso la fine di giugno 2011. “Noi avemmo una lunga e amichevole conversazione”, dice Prodi, “mi chiese pareri, e io gli dissi: ‘Guarda Mario, non c’è niente che puoi fare per diventare Presidente del Consiglio, ma se il lavoro è offerto a te allora non puoi sottrarti. Pertanto dovresti essere l’uomo più felice al mondo””.

“Nel frattempo, a Corrado Passera, un importante banchiere che stava per diventare ministro per lo Sviluppo economico dell’esecutivo Monti, era stata data via libera da Napolitano per preparare un documento confidenziale di 196 pagine contenente le sue proposte per una ‘shock therapy’ per l’economia italiana. Fu un programma di proposte e di riforme politiche per il governo che si trasformò in altre 4 bozze successivamente discusse, quell’estate e durante tutto l’autunno, in lungo e in largo da Napolitano e Passera”.

“Nella lunga videointervista Mario Monti conferma la conversazione con De Benedetti a St Moritz. Ammette anche di aver avuto una conversazione con Romano Prodi nel giugno 2011, dopo la quale viene a sapere per la prima volta che era ‘nell’aria’ l’idea che sarebbe potuto diventare Presidente del Consiglio. Monti ripete con una risatina che “Si, Prodi mi vide alla fine di giugno e lo spread (tra i titoli di Stato italiani e tedeschi) era intorno ai 220 o 250 punti base, e mi disse: ‘Tieniti pronto, perché quando lo spread toccherà i 330, tu sarai chiamato ad entrare’. E poi lo spread toccò i 550 punti!”.

“Il signor Monti confermò che seppe tutto da un documento di Passera che stava preparando per il Presidente. “Corrado Passera mi disse che ci stava lavorando su e disse che me lo avrebbe mostrato e che lo avrebbe dato a Napolitano e a me”, così disse Monti. “E in un’occasione io discussi del documento di Passera con Napolitano, e mesi dopo, quando divenni Presidente del Consiglio, immediatamente chiamai Passera a far parte del nuovo esecutivo”. Ma quando gli venne chiesto se era chiaro a lui, nell’estate del 2011, a seguito della sua conversazione con Napolitano, che il Presidente della Repubblica gli stesse chiedendo di tenersi pronto per succedere a Berlusconi, Monti esitò. “Bene, io e il Presidente Napolitano abbiamo parlato per lungo tempo, per anni, non di questo, ma poi le cose arrivarono al punto”.

“Pressato ancora, alla domanda se lui avesse voluto negare nel video che nel giugno e nel luglio del 2011 il Presidente Napolitano gli chiese esplicitamente di diventare Presidente del Consiglio o se gli fosse stato chiaro che lui lo voleva libero per diventare nuovo Presidente del Consiglio, un’espressione di disagio estremo apparve sul viso di Monti. Monti si girò da un lato, si fermò, e con una voce che era diventata un bisbiglio replicò: “Si, lui, uh, lui mi diede un segnale in quella direzione””.

“Durante la visita al Parlamento europeo a Strasburgo, Napolitano disse che mentre alcuni descrivevano la nomina di Monti “come quasi inventata da me per via di un capriccio personale”, lui lo fece sulla base di indicazioni avute dai parlamentari e leader politici “nel corso di consultazioni come richiesto”. Questa spiegazione potrebbe far crescere di molto le domande in Italia, dal momento che “le consultazioni come richieste” dovrebbero avvenire dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio. Nel caso di Berlusconi, questo sarebbe dovuto accadere successivamente alle sue dimissioni del 12 novembre (2011)”.

“Il Presidente della Repubblica ha il potere di sciogliere il Parlamento quando il governo riceve una mozione di sfiducia o entra in crisi, e il potere di nominare il Presidente del Consiglio qualora ci fosse una nuova maggioranza parlamentare a seguito di un risultato elettorale. Ma l’Italia non è una Repubblica presidenziale come la Francia; è una democrazia parlamentare. Pianificare in segreto, anche se come misura di emergenza, di nominare un nuovo Presidente del Consiglio quando vige ancora una maggioranza in Parlamento può essere una scelta prudente e responsabile per un Presidente della Repubblica, ma non è un potere esplicito assegnato dalla Costituzione, anche se esiste una crisi finanziaria in corso in metà Europa, come fu nel caso dell’estate del 2011”.

“L’Italia rimane bruscamente divisa dopo gli eventi del 2011 sul ruolo del Presidente Napolitano in tali dinamiche. Le motivazioni che spinsero Napolitano ad oltrepassare i propri poteri costituzionali durante l’estate e l’autunno del 2011 possono essere lasciate ai posteri. Ma cosa è chiaro ora – grazie alla stessa ammissione di Mario Monti – è che Monti stesso e il Presidente Napolitano avevano discusso circa la prospettiva del passaggio di consegna da Berlusconi molto prima della sua ufficiale nomina nel novembre del 2011. Per Mario Monti quella fu una lunga e segreta estate”.