Socialize

Brunetta: “Da Napolitano tesi deludente, al G20 di Cannes già si parlava di Monti”

 

napolitano

 

Tesi deludente quella del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in risposta all’estate ‘segreta’ del 2011. Minimizzare non serve, né eludere le spiegazioni porta lontano. C’è ancora molto da dire e da capire, per esempio, sulla ingiustificata vendita di titoli del debito pubblico italiano da parte di Deutsche Bank a giugno 2011, quando lo spread era sotto quota 200 punti base e, soprattutto, il rendimento dei Btp italiani sul mercato primario era di poco superiore al 4,5%, mentre il rendimento dei Bund tedeschi cominciava a salire pericolosamente, fino a superare il 3%.

Per quanto riguarda poi la legge sul Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato, ricordiamo al presidente Napolitano che essa appartiene alla categoria delle cosiddette leggi formali, ovvero dei provvedimenti legislativi che hanno soltanto la forma di legge, ma non ne hanno le caratteristiche sostanziali. Parlare di sfiducia nei confronti del governo in caso di votazione negativa di una Camera è, quindi, del tutto improprio, perché il Rendiconto è un atto di squisito riscontro contabile e non rientra nell’elenco di cui all’articolo 7 della legge di contabilità e finanza pubblica (la n. 196 del 2009), che individua gli strumenti della programmazione finanziaria per i quali è certamente necessaria una consonanza tra governo e Parlamento.

Quanto alla lettera inviata al governo italiano il 5 agosto 2011 a firma Draghi-Trichet, infine, il presidente Berlusconi rispose prima con la cosiddetta ‘manovra di agosto’, che anticipava il pareggio di bilancio dal 2014 al 2013, e successivamente, il 26 ottobre, con una lettera all’Unione europea contenente una serie di impegni, puntualmente calendarizzati, per le riforme. Impegni su cui lo stesso giorno ci fu il giudizio positivo tanto del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, quanto del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso.

Sappiamo tutti perché le misure ivi previste, che il governo Berlusconi aveva inserito in un apposito decreto Legge, non videro mai la luce. E sappiamo anche perché il 3 e 4 novembre 2011 il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, fu di fatto costretto a recarsi ‘a mani vuote’ al G20 di Cannes. G20 di Cannes dove – e qui c’è un’altra testimonianza di rilievo, quella dell’allora premier spagnolo Zapatero – si parlava insistentemente di Mario Monti come imminente successore di Silvio Berlusconi al governo italiano. Prima di qualsiasi apertura della crisi, prima di qualsiasi consultazione formale. Questo per la verità dei fatti. Altro che fumo