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NAPOLITANO. Operazione veritàaaa. L’Italia ha bisogno di sapere per decidere. Non basta una letterina. Ecco perché Berlusconi uomo nuovo è da sempre il bersaglio dei poteri antidemocratici

 

Napolitano 1

Non abbiamo nessuna intenzione di lasciare che la verità torni sotto il tappeto o resti avvolta dai fumi non di Londra ma di Berlino.

 

 

Senza ricerca della verità non esiste libertà e neanche democrazia. Tutto questo è possibile senza aprire crisi istituzionali in altissimo loco, che ostacolerebbero quel processo di riforma avviato da Berlusconi e Renzi, il quale è esattamente in controtendenza rispetto agli accadimenti del 2011.

 

Consapevoli di tutto questo, ripetiamo, senza fare neanche un mezzo passetto indietro o di lato: o-pe-ra-zio-ne-ve-ri-tà. La veritàaaa. Una responsabilità però che non accumula rancori in cantina. Non vogliamo trovarci nella situazione che tra cinquant’anni un Giampaolo Pansa si rimetta a scrivere quel che davvero accadde nel 2011.

 

Non possiamo permetterci altre guerre civili verbali o mentali, come quelle generate dall’occultamento dei fatti per il comodo dei vincitori.

 

Non si può intraprendere un processo di riforme decisivo per il presente e il futuro del Paese, tenendo chiusa in un sacco la testa degli italiani perché non sappiano e dunque siano trattati come bambinelli da condurre per mano dove vogliono potenze straniere che prima hanno colonizzato Bruxelles e dettato ordini a Roma.

 

Basta così. Abbiamo dato.

 

Una letterina molto angusta e minimalista del Presidente Napolitano non basta a tirare giù il sipario. Una autorità dello Stato che, su questioni  legate alla sovranità popolare, si trinceri dietro una sorta di segreto di Stato nega la trasparenza senza cui la democrazia è solo un meccanismo formale. Bisogna conoscere per deliberare. Conoscere la verità.

 

Non quella con la V maiuscola per carità. Ci basta quella molto semplice ed empirica di date, fatti, parole. Poi ciascuno interpreti come vuole. Giudicherà il cittadino elettore. Ma la pedagogia del segreto di Stato, no grazie.

 

Gorbaciov abbatté il Muro di Berlino con la Glasnost, la trasparenza. Essa palesò il lerciume del potere sovietico e comunista. Noi ci accontenteremmo fosse ristabilito l’onore del governo Berlusconi, e chiunque sia dotato di un minimo di onestà intellettuale cavi fuori dalla “damnatio memoriae” quella che fu una azione coraggiosa e coerente in difesa degli interessi e della sovranità nazionale.

 

Invece di soffermarci ora sul sasso scagliatogli contro dai poteri forti e dai loro sodali italiani, cerchiamo di capire perché Berlusconi ne diventò il bersaglio. Il fatto è che lui no, lui non ci stava, né ci sarebbe stato a lasciar vampirizzare l’Italia, la prosperità dei suoi cittadini, delle sue famiglie ed imprese. Ma lui era un ostacolo troppo forte.

 

Memento. Era il 25 aprile 2009: Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio con fazzoletto tricolore al collo, parla da statista a Onna dopo il terremoto che ha distrutto l’Aquila. Reduce dai successi di uno straordinario inizio di attività di governo, la soluzione in tempi rapidissimi del problema rifiuti di Napoli, il salvataggio Alitalia, i soccorsi tempestivi in Abruzzo dopo il terremoto, Berlusconi è al 75.3 per cento di gradimento.

 

Un risultato mai raggiunto prima. Un risultato che spaventa la sinistra che decide allora di fermarlo attraverso un ignobile attacco alla sfera privata e alla reputazione pubblica del Presidente del Consiglio.

Una storia che da vent’anni si ripete: il tentativo golpista di annientare Berlusconi come nemico, non riuscendo a batterlo come avversario in una competizione elettorale pulita. La sinistra non ha mai accettato il rovesciamento del concetto di “potere” attuato da Berlusconi dalla sua discesa in politica: da potere come sostantivo – mero esercizio di potere – a potere come  verbo: “poter fare”.

Stessa parola, diverso significato.

Il Presidente ha sempre messo le sue conoscenze, la sua esperienza  vincente di imprenditore e uomo di sport a disposizione del Paese e della cosa pubblica: non lo ha dato ai poteri forti, ma lo ha consegnato alla gente comune, agli italiani per cambiare e riformare l’Italia, per vincere la battaglia di libertà.

 

Questo ha sempre fatto e fa paura, scardina un concetto di potere esercitato da sempre dall’establishment finanziario, giudiziario, politico, mediatico. È stata ed è questa la straordinaria forza di Berlusconi “uomo nuovo”. Lo stesso schema si è ripetuto nel 2011. Con l’aggiunta alla sinistra di alleati dalla potenza muscolare di Stati egemoni in Europa.

 

Che Berlusconi sia ancora sulla scena da protagonista dovrebbe far riflettere tanti. A noi piace riscrivere quella paroletta:  la verità. La verità ė più forte di tutto, la verità vince sempre, sull’odio e sull’invidia, come ha insegnato sempre il nostro leader. E l’operazione verità che prende le mosse da Friedman lo dimostrerà una volta di più.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL Mattinale – 11 febbraio 2014”