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GOVERNO. Perché i poteri forti parlano ora? Rancore, calcolo, interesse. E Renzi approfitta del Quirinale debole per fare staffetta. E noi? Opposizione. Riforma, elezioni e voto

 

Poteri Forti

La domanda classica è: a chi giova? Noi preferiamo un’altra domanda, a cui sappiamo rispondere: a chi conviene la verità? La verità giova alla democrazia, giova a chi ama la possibilità per la gente comune di sapere e decidere.

 

Resta un fatto. Perché improvvisamente certuni hanno deciso che le cose andassero dette dopo aver taciuto per anni? Per noi sono cose risapute. Che ci furono trame e oscuri magheggi, nazionali e no, da noi fu già scritto il 21 novembre del 2011, sulla base di prove circostanziate. Il fatto nuovo è che queste prove sono oggi suffragate da vere e proprie “confessioni”.

 

Alan Friedman le ha raccolte nell’estate scorsa e le ha pubblicate il 10 febbraio del 2014 sul “Corriere della Sera” e sul “Financial Times”. Dunque la domanda è: perché ora? E perché quei signori si decidono a testimoniare? Ci permettiamo la sinteticità: Monti-rancore; De Benedetti-calcolo; Prodi-interesse. “Corriere della Sera”? Lunedì pro. Martedì così così. In realtà ha due linee intrecciate.

 

Una è quella del marketing. Friedman restituisce vitalità e dunque stimola vendite e attenzioni verso un prodotto maturo e in crisi. Però Friedman è appeso come una ghirlanda colorata ad un muro che la guarda in cagnesco.

 

Così l’editoriale, che esprime il pensiero di direttore e proprietà, scomunica Friedman, che viene esibito come qualcosa di civettuolo.

 

Massimo Franco rimanda a tutt’altra idea, e che cioè quel che le famose rivelazioni su cui il “Corriere” investe una dozzina di puntate video, siano in fondo sciocchezzuole rispetto alla visione di marmo del Quirinale.

 

Sarà. Di certo questo indebolimento oggettivo del Quirinale ha probabilmente fornito un elemento in più perché Napolitano si decidesse a togliere l’armatura del corazziere a Letta esponendogli il fianco alla mazzata dell’avversario interno. Insomma: pare avviato il passaggio per consegnare le chiavi di Palazzo Chigi a Renzi. 

 

Che cosa è accaduto, a parte il velo tolto al golpe del 2011? Fatto sta che Renzi ha anticipato di sette giorni la direzione del Pd sulle sorti del governo…

 

Vedremo. Se staffetta sarà, garantiamo opposizione. I ricambi esistono, ma per questo esistono apposta le elezioni. O ci siamo persi qualche passaggio nella filosofia politica delle democrazie occidentali? Con Renzi saremmo al terzo premier di fila che non è stato candidato a Palazzo Chigi da un voto popolare. Capiamo. Una volta può essere l’emergenza, la pistola alla tempia eccetera. Ma tre volte di fila alle pistole alla tempia, non ci crede più nessuno; è la prova che si è rotto un meccanismo e andrebbe subito riparato.

 

Riforma e voto.

 

Noi tireremo avanti con serietà e lealtà assoluta rispetto al patto sottoscritto tra Berlusconi e Renzi, che è soprattutto un accordo sul metodo. Bipolarismo, soglie, niente preferenze ma piccoli collegi, ballottaggio sotto il 37. Superamento del bipolarismo perfetto, dopo la riforma della legge elettorale. Per le riforme insieme. Su tutto il resto chiara, pulita, netta opposizione. Non ci piace la staffetta. In Costituzione c’è scritto elezioni. 

 

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 11 febbraio 2014”