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IL MATTINALE (FI): LETTERA APERTA A NAPOLITANO. CRISI IN PARLAMENTO, NO RITI DEL PASSATO

 

Lettera

“Signor presidente della Repubblica, una serie di congiunture storiche, quale la grave crisi economica e politica che l’Italia vive da alcuni anni, insieme alla circostanza di un lungo mandato dovuto alla sua rielezione le hanno assegnato un ruolo epocale nell’espletamento del Suo alto ufficio. I suoi atti, in più di una occasione, hanno assunto portata storica in questi anni. Essi verranno ricordati e spetterà appunto alle future generazioni collocarli nella giusta luce”. È quanto scrive “Il Mattinale”, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati, in una lettera aperta al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

 

“Oggi – continua – ancora una volta ci troviamo di fronte ad un tornante delicato e straordinario. Da un lato una legislatura segnata da un sostanziale pareggio, dall’altro un Parlamento politicamente indebolito a causa della dichiarazione di incostituzionalità della legge con cui è stato eletto e che, proprio per la mancata approvazione di una legge elettorale, sta tentando la strada di approvare una riforma prima di restituire la parola ai cittadini. Sono ormai più di due anni che l’Italia è governata da Ministeri privi di una chiara investitura popolare. Le performances di questi governi non sono state particolarmente memorabili e la sfiducia dei cittadini cresce”.

 

“Oggi, dopo la direzione del Pd, ci troviamo di fronte ad una crisi politica maturata del tutto al di fuori dei circuiti istituzionali, nella quale peraltro non sembra configurarsi un cambiamento di maggioranza, ma essenzialmente l’avvicendamento di ministri e del presidente del Consiglio a causa del mutamento interno agli equilibri di un singolo partito politico, il cui peso parlamentare è, come sappiamo, sproporzionatamente e, soprattutto, illegittimamente superiore a quello che esso ha nel Paese, a causa dell’incostituzionalità della legge elettorale”.

 

“In un frangente del genere non solo non è accettabile, ma rischia di essere ancor più delegittimante, procedere ad un avvicendamento senza che il governo, formalmente ancora titolare della fiducia, esponga alle Camere ed al paese le ragioni della sua caduta. La parlamentarizzazione della crisi, dopo la fine della cosiddetta prima Repubblica, è stata una prassi assolutamente generalizzata, tranne che in un paio di occasioni, nelle quali peraltro gli elementi di eccezionalità impedivano di qualificarli come precedenti per il futuro”.

 

“Come lei ben sa, tra l’altro, l’art. 64 cost. garantisce al governo il diritto e, gli impone, se richiesto, l’obbligo di intervenire in Parlamento, così come l’art. 62 assicura il diritto delle minoranze di richiedere una convocazione straordinaria delle Camere. Insomma, le Camere sono il centro della vita politica, soprattutto perché esse operano pubblicamente e secondo procedure codificate in modo da assicurare il massimo di chiarezza di fronte agli interessati, garantendo alle minoranze di far sentire la propria voce. In questi giorni invece abbiamo sentito solo le convulsioni interne al Partito democratico. Nient’altro. Il Paese ha assistito attonito e smarrito”.

 

“Per questo le chiediamo di voler rinviare il governo alle Camere e consentire quel dibattito franco e trasparente in cui ciascuno possa assumersi le proprie responsabilità. La sua decisione è destinata ancora una volta ad entrare nella storia di questi anni. Non lasci che prassi del passato, ormai superate, divorino la possibilità di chiudere la transizione politica guardando avanti e non all’indietro verso riti che tutti vorremmo dimenticate”, conclude “Il Mattinale”.