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GOVERNO. Renzi alla prova del patto con Berlusconi. Per noi vale: riforme e voto. Per lui?

 

 

Renzi

Renzi forse per ragioni tattiche, cioè per non mettersi contro la minoranza del suo partito, che è però maggioranza nel gruppo parlamentare, prende il posto di Letta con la prospettiva di durare fino al 2018, facendo felici i tacchini per lo spostamento del loro fatal Natale.

 

Noi dinanzi a questo denunciamo: lo sbrego costituzionale, la pretesa temeraria di condurre con una maggioranza fasulla, gonfiata grazie a una legge incostituzionale che ha regalato alla sinistra 148 deputati, non solo l’ordinaria amministrazione, ma addirittura una riforma costituzionale di portata epocale.

 

Il “Corriere della Sera” usa un termine apparentemente timido: opacità. In realtà l’opacità è la negazione della democrazia, che si regge – lo insegna paradossalmente la Russia che grazie a questo si è scrollata di dosso il totalitarismo – sulla Glasnost, la trasparenza.

 

Ma la trasparenza direbbe cose troppo brutte sulla legittimità democratica di quanto accaduto. Lo ammette persino Michele Serra che constata come un quarto degli elettori – tale è la percentuale del Pd – si sia presa tutto.

 

Per questo chiediamo con forza la parlamentarizzazione della crisi. La formula non sarà bella da ascoltare, ma vuol dire molto di più di un ossequio alle forme, che pure contano. È il modo di consentire agli italiani di conoscere per giudicare.

 

È troppo per Napolitano e Renzi? Si accontentano dello streaming, che non è ancora entrato in Costituzione come sostitutivo delle elezioni a suffragio universale e neppure dei dibattiti alle Camere.

Abbiamo imparato dal nostro grande leader, Silvio Berlusconi, il linguaggio della fiducia e della speranza. Dunque, dopo la denuncia, confermiamo la nostra disponibilità a stare ai patti.

In sintesi. Riforma della legge elettorale con l’Italicum, le cui modifiche vanno concordate innanzitutto tra Renzi e Berlusconi, superamento del Senato com’è ora, riforma costituzionale del Titolo V della Costituzione (sui poteri di Stato e Autonomie locali). E quindi, senza se, senza ma, senza rinvii, il voto a suffragio universale, e non solo nella direzione del Pd.

 

Nel frattempo, alle Camere e nel Paese, opposizione ferma sulla formula di governo di sinistra, e critica rigorosa e costruttiva sui contenuti. Riforma della giustizia, esodati, lavoro, imprese.

 

Renzi dicendo di voler durare fino al 2018 ha già sconfessato una parte essenziale della “profonda sintonia”, la necessità cioè di restituire al più presto voce in capitolo ai cittadini. Ma ci auguriamo appunto che il 2018 sia un espediente tattico ad uso delle doppie verità togliattiane una volta tanto applicata da un democristiano per tenere buoni i comunisti e rimettere insieme un Pci-Pds-Ds-Pd disfatto.

Attenzione. Non si scambi la nostra moderazione per tiepida protesta o addirittura acquiescenza ad un colpo di Palazzo.

Il fatto è che noi siamo incapaci anche solo di pensare ad azioni che adombrino violenza o minaccia ed eccitino a scontri di piazza.

 

Chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale capisce qui la nostra differenza dalla sinistra che abbiamo sin qui conosciuto. Si pensi se quello che accade ora si verificasse con un altro protagonista, che comincia per B…

 

In questo momento, mentre state leggendo, ci sarebbero assalti e assedi, i giornali di tutti i tipi si scatenerebbero, i magistrati aprirebbero fascicoli per attentato alle istituzioni.

 

Ecco, noi non minacciamo di ribaltare le istituzioni che hanno tradito il loro mandato costituzionale, in primis quella più alta, che sta sul Colle. Ci rendiamo conto che in questo consiste la responsabilità dei moderati. Non certo offrirsi a fare da utili idioti in cambio di uno strapuntino di potere.

 

Ma realizzare una opposizione forte nel Paese e in Parlamento, che sia una battaglia democratica determinata, senza sconti ma senza versare benzina sulle braci di uno scontento che potrebbe diventare rivolta catastrofica.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 14 FEBBRAIO 2014”