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BERLUSCONI. Spiazza tutti. All’opposizione chiara e precisa, ma aiutando Renzi a fare le riforme, eliminando i ricatti dei piccoli partiti e della sinistra illiberale

 

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In sintesi. Berlusconi ha spiazzato tutti. Ha spiazzato chi si attendeva intemerate, chi confidava in inciuci. In nome delle riforme e del bene del Paese. È una fortuna per quest’Italia, e anche per Renzi, avere un leader d’opposizione di questa lealtà e magnanimità. Prefigura un futuro diverso, di democrazia reale, di golpe finiti.

 

Un po’ di narrazione, come si usa dire adesso.

 

Silvio Berlusconi, attraversando le soglie della Camera, ci ha fatto entrare la realtà. Aria, un po’ di luce, limpida rappresentanza di un popolo di cui è leader. La realtà con le sue pene, passioni, speranze. Gli ideali di libertà e giustizia, che sono patrimonio dei moderati. Portava con sé tutto questo, Berlusconi. Qualcosa di infinitamente  più vero e possente del golpe che aveva cercato di annichilirlo, attraverso l’estromissione dal Senato, non solo politicamente ma anche umanamente.

 

Diciamolo. La stranezza non è certo che Berlusconi, con i suoi 168 milioni di voti raccolti da lui in vent’anni, sia alla Camera per consultazioni sul nuovo governo.

 

L’anomalia è che sia dalla parte per così dire sbagliata del tavolo, e che, ad accoglierlo nelle vesti di premier in pectore, ci sia Renzi, il quale ha vinto una sola elezione – trascurando quella di Presidente di provincia, peraltro  in via di soppressione – , quella di sindaco di Firenze, con la bellezza di 100mila 978 voti.

 

Questo dice il bello – e un po’ il paradossale – della mattinata trascorsa. C’è in questo reingresso di Berlusconi un aspetto di rivincita morale, una profezia di futuro, la certezza che la prepotenza e l’ingiustizia non riescono e non riusciranno ad avere l’ultima parola. E questo è il bello. Dipende da Renzi mettere a frutto questo incontro.

 

Far suo il contributo che comunque, anche dall’opposizione, Forza Italia gli consegna in termini di programmi e proposte.  Certo mantenendo quell’impegno solennemente scandito a largo Nazareno il 18 gennaio scorso, con la definizione del percorso per una legge elettorale bipolare, che non va in nessun modo modificata.

 

Il premier avrà bisogno di Forza Italia, anche dall’opposizione, se vuole percorrere una strada riformista per davvero.  Noi saremo determinanti. È bene che si prenda nota di questo dato oggettivo.

 

Staremo con Renzi, mettendoci dalla sua parte, contro il ricatto dei piccoli partiti e della sua sinistra cigiellina e comunista interna, se agirà in Parlamento per far approvare l’Italicum così com’è. Se si muoverà per garantire efficacia all’azione di governo e vera possibilità per il premier di determinare una direttrice di marcia, aderiremo alle sue proposte.

Berlusconi non gioca al tanto peggio tanto meglio. Così sulla riforma della giustizia, su quella del lavoro, in tutti i campi in cui noi avanziamo – e gliele abbiamo consegnate – le nostre proposte liberali, se esse troveranno ascolto.  Senza acrimonia. Dicendo sì sì no no. Senza ipocrisie, senza calcoli tattici.

 

Siamo convinti che, purtroppo, se davvero vorrà fare le cose anzidette, Renzi non reggerà ai ricatti dei piccoli e del suo stesso partito. Vedremo. Noi dall’opposizione non ci ritiriamo sul bordo del fiume in attesa di veder passare il cadavere del nemico. Perché non abbiamo nemici. Ma avversari, competitori. E non desideriamo mandino in malora l’Italia per il gusto di dire: l’avevamo detto.

 

Più apertura di così, non esiste.  Ma Berlusconi è così.

Resta una considerazione ineludibile. Non sono giorni di pienezza democratica quelli in cui Renzi sta preparandosi all’ingresso a Palazzo Chigi. Sono una sconfitta per la democrazia. Il segretario del Pd non ci va inviato lì da un voto a suffragio universale, ma come vincitore di un match  in un partito privato. Questo non ce lo dimentichiamo di certo.

 

Ma non gli avveleneremo i pozzi. Sono anche i nostri pozzi, sono i pozzi degli italiani.

 

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la Slide 604 > www.gruppopdl-berlusconipresidente.it