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FORZA ITALIA. I sessantamila in piazza siamo noi. La rinascita dell’Italia passa dalla riscossa del ceto medio. Ci siamo per questo. I Club Forza Silvio

 

Club-Forza-Silvio

Bandiere blu in piazza. Non rosse. Sono imprenditori piccoli e medi, artigiani e commercianti, professionisti e lavoratori autonomi. Li conosciamo bene. Sono gente nostra.

 

Non è che gli mettiamo in testa il nostro cappello. Il fatto è che siamo nati per questo: per essere qualcosa di più della loro rappresentanza politica,  ma la loro casa.

 

Forza Italia, i Club Forza Silvio non hanno altra identità che quella che anima questo popolo: libertà, lavoro, famiglia, prosperità, solidarietà. Questo comporta una grande responsabilità, non ne conosciamo altra però per cui valga la pena far politica, non da professionisti, ma da persone che arrivano proprio dalle medesime  trincee del lavoro.

 

I sessantamila non sono soltanto un segno di rabbia, di protesta, di disagio. Sono di più. Sono una speranza, l’indicazione di una svolta possibile anzi necessaria. Rappresentano la volontà di riscossa del ceto medio, senza cui l’Italia naufragherebbe. La ripresa del ceto medio è  quello di cui ha bisogno il nostro Paese perché sia concepibile un futuro positivo. È questo che il Presidente Silvio Berlusconi ha rappresentato oggi al premier incaricato Matteo Renzi. Non una recita nel teatrino, ma la volontà di far valere programmi che non consegnino l’Italia alla rottamazione e alla svendita.

 

I sessantamila che sono arrivati ieri a Roma sono ventimila in più di quelli che a Torino, trentatré anni fa, diedero una svolta all’Italia.

La voce caparbia dei moderati spezzò l’incantesimo di un’Italia prigioniera di Berlinguer e del suo Pci, oltre che di altri marxismi leninismi.

 

Allora, era il 14 ottobre 1980, a mettersi in marcia furono i quadri, gli impiegati e tutti quei dipendenti che non accettavano di essere trattati come merce piuttosto schifosa dai sindacati.

 

Oggi come allora. Una piazza di brava gente, senza il minimo accenno di violenza. Sono proprio popolo nostro. Non hanno incendiato niente, anche se avevano il cuore in fiamme. Si vede che non hanno tempo da perdere nell’organizzare il marketing del ricatto e della minaccia. Ma attenzione alla furia dei miti, attenti all’ira dei moderati quando a essere colpita è la tenuta stessa della famiglia che per tanti coincide con la ragione sociale della ditta e del lavoro.

 

Ora è un tempo in cui la piazza, questa piazza, deve poter entrare nel Palazzo. Anzi, ci è entrata. Oggi alle 10 Berlusconi è stato realmente e simbolicamente questo.

 

A Renzi abbiamo chiesto per il ceto medio, rappresentato da quei sessantamila, questo: 1) Che possano vivere. Primum vivere! Questo impone che subito siano messi al riparo da un fisco vampiresco e da una burocrazia soffocante. 2) Pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, subito, senza se e senza ma. 3) Musica diversa in Europa. 4) Azioni per rimettere in moto il credito.

 

Chiedere voto e regole non toglie spazio alla necessità di agire subito. Non oggi o domani, ma ieri. Fate presto. Fa’ presto, Renzi.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI : “IL MATTINALE – 19 FEBBRAIO 2014”