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FORZA ITALIA. Quei Sessantamila siamo noi. La nostra politica è ridare speranza e prosperità a questa brava gente del ceto medio. E allora subito meno tasse, meno burocrazia, meno Europa tedesca, più Europa italiana

 
 

60 MILA

Passata la manifestazione dei Sessantamila, i Sessantamila restano.  Ridiciamo la nostra ammirazione, vediamo in loro la grande risorsa economica e democratica dell’Italia. Sono i forconi-senza-forcone.

 

Non odiano, desiderano. Questo resta, eccome se resta. Resta il ceto medio, di cui essi sono stati la bella e dura voce martedì a Roma.

 

Non abbiamo nessuna intenzione di chiudere il capitolo della loro protesta con una pacca sulla spalla o uno sguardo di condiscendenza contrita. Perché quella gente lì siamo noi. Non si tratta di una metafora alata.

 

Non è neppure una identificazione soltanto ideale. Non è appena una coincidenza di interessi. Siamo noi, perché coincidiamo fisicamente con loro.

 

Non insistiamo oltre, non è il momento della retorica. Diciamo le cose.

 

1)   La crisi ha morso imprenditori, artigiani, lavoratori autonomi, commercianti, professionisti. E mettendo in ginocchio loro ha trascinato nella povertà molte delle loro stesse famiglie e quelle dei loro dipendenti.

 

2)   La crisi non è un mostro neutrale. La crisi, di cui qui non facciamo certo la storia, è stata cavalcata in Europa dalla Germania per succhiare risorse anche all’Italia.

3)   Il golpe che ha portato alla Presidenza del Consiglio Monti ha avuto per conseguenza una totale subordinazione della politica del nostro Paese ai diktat di una Unione Europea a trazione tedesca. Da cui tasse e poi ancora tasse. Blocco dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione alle imprese.  Nessun sostegno al credito alle imprese. Miliardi di Monti (cioè miliardi nostri) alle banche, e in particolare al Monte dei Paschi di Siena, sotto controllo del Partito democratico, per colmare i buchi di gestioni corrotte.

 

4)   Berlusconi vuole imprimere una svolta alla politica italiana e a quella europea, così da ridare fiato alle prospettive di sviluppo e di occupazione. Tagliando spese e burocrazie, consentendo l’abbattimento delle tasse, allargando i cordoni della borsa di banche refrattarie a fare il loro lavoro di servizio.

 

5)   Lo strumento per continuare a dar voce e risposte al ceto medio è far sì che i Club Forza Silvio siano quelli che già sono ma sempre di più saranno: la casa di questa gente, dei suoi ideali ed interessi, ma anche dei bisogni concreti. I Club come ambiti dove cresce e si organizza una comunità anzitutto umana. Lo scopo di Berlusconi è di portare al governo del Paese questa brava gente, le loro energie, la loro carica di umanità e di genialità. Siamo nati per questo, per null’altro di meno vale la pena impegnarsi. C’è di mezzo la libertà, c’è di mezzo il futuro dei nostri figli e nipoti.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 20 FEBBRAIO 2014