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RENZI. Finora scopre meravigliosamente l’acqua calda e il suo diario intimo. Impari da Berlusconi e trasformi la speranza in fatti

 

Renzi

E’ cambiato qualcosa da Letta a Renzi? Non parliamo della composizione chimica del Partito democratico e del governo.  Constatiamo solo che il Cencellum è la regola di suddivisione dei seggi permanente, più dura da rimuovere di Mattarellum, Porcellum, eccetera.   Cosa cambia per gli italiani?

 

Di certo essi, anzi noi italiani siamo colpiti dallo sprint di Renzi, questo senz’altro. Diciamo noi, perché è un  fatto che mai come oggi sentiamo vicina a noi moderati berlusconiani l’opinione pubblica, intesa come gente, non come giornaloni, ovvio.

 

È certo che gli italiani percepiscono Renzi come una speranza. Flebile, minima, lucignolo fumigante, ma guai a spegnerla.  Rispetto a quel sentimento di fatal rassegnazione che comunicava Letta, è qualcosa. C’è un brio sfrontato nel giovin Matteo, nel suo linguaggio di vivaci banalità, di meravigliose scoperte dell’acqua calda, che ha un potere positivo.

 

I sentimenti, lo stato del cuore, non sono irrazionalità sciocca.

 

Appartengono alla realtà, mobilitano le persone. Dunque non sottovalutiamo affatto questo fattore sceso in campo con Renzi a Palazzo Chigi. Non abbiamo scelto a caso l’espressione “sceso in campo”.

 

Qui sta la somiglianza, ma sta l’enorme differenza. Berlusconi arrivò e ancora arriva sul campo della politica dalla trincea del lavoro.

Avendo con sé l’esperienza di cose fatte, promesse realizzate,  valori vissuti e coincidenti con il sogno degli italiani di libertà e prosperità.

 

Renzi per ora come curriculum ha esposto in lungo e in largo il suo diario intimo (“Caro diario oggi ho cambiato sapone”, Carosello, Camay), per il resto deve dimostrare tutto. Noi non gettiamo schiumogeno sul fuocherello: nel gelo della disillusione dei governi senza voti è qualcosa.

 

Ma è paglia. Bisogna dare sostanza al fuoco. Mettere qualche ceppo di legno che tenga per tutta la nottata, fino all’alba del giorno nuovo, quello dopo la tremenda crisi.

 

Detto questo, siamo al punto.

 

La democrazia non è una specie di lusso che gli italiani potranno permettersi una volta usciti dalla crisi. La democrazia funzionante, pacificata e trasparente, è la sola strada attraverso cui il nostro Paese può risalire dall’orrido fino a una radura fiorita.

 

Chi divide la questione della democrazia da quella del precipizio economico, tradisce il fondamento del vivere comune. Renzi insista allora nel metodo del 18 gennaio, e anche la crisi economica sarà mezza rottamata. 

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 26 FEBBRAIO 2014