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GOVERNO. Forniamo a Mosè-Renzi gratis la tavola dei dieci comandamenti. Un doppio consiglio non richiesto: l’arte del rammendo e quella del rammento

 

rENZI

Cosa diceva Renzi-Milani? “Sortire insieme” dalla crisi “è politica”, “sortirne da soli è avarizia”. Sortire insieme coincide con le regole approvate e applicate della democrazia. Ecco oggi invece l’avarizia è al governo. La pretesa di saltare il popolo e marciare come Pd in solitaria. Non si fa. Si lavora insieme. Nella distinzione dei ruoli, da avversari, ma che in buona fede riconoscono di avere per comune amore l’Italia.

 

Noi non siamo avari, mettiamo in comune il nostro sapere e fare.

Una premessa.

 

1)    Peccato originale a parte, resta comunque un bel gruzzolo di credibilità da spendere a Renzi grazie a quel 18 gennaio, grazie al Patto con Berlusconi, anzi con gli italiani. Ed è appunto questo accordo sulle regole, sulla forza che ci metterà nel rendere legge l’Italicum che sarà valutato non solo da Forza Italia ma dal popolo elettore. E che darà fiducia, primo ingrediente del futuro.

 

2)    Europa. La democrazia, l’essere uniti nella richiesta di sfondare il muro ottuso del rigore, è anche la chiave per aprire la porta blindata dell’Europa, che oggi anti democraticamente ci impone diktat dettati da un Paese solo con i suoi vassalli del nord, (e fino a ieri pure romani).

 

3)     Sempre  ricordando quel numero fatale 0,37, grazie a cui Renzi gode di una maggioranza indebita – gli mettiamo a disposizione tutte le nostre proposte, le riforme preparate, votate e poi messe in freezer da forze ostili alla crescita del Paese. Non siamo gelosi delle nostre idee, perché sono buone e speriamo contagiose.

 

4)    Esistono infatti riforme pronte da infornare. Così quella della Pubblica Amministrazione, che porta la firma di Brunetta, il quale è disposto a cancellare all’anagrafe politica la propria paternità, e di lasciarne l’intestazione a Renzi o a Delrio, e persino alla Madia. Essa a suo tempo costò gran fatica, è stata elogiata da Unione Europea ed Ocse, ed ebbe il consenso degli italiani, basata com’era ed è, sol che la si voglia implementare, su trasparenza, merito, efficacia, responsabilità. Fu bloccata dal rigorismo smodato di Tremonti, poi dal burocratismo dei poteri forti montiani, dall’insipienza timorosa di Letta. Ora basta poco a renderla operativa.

 

5)    Così quella per il lavoro esodando la disastrosa Fornero.

 

6)    Quella per un fisco amico.

 

7)    Il pagamento dei crediti alle imprese da parte dello Stato.

 

8)    L’urgentissima riforma della giustizia, vero incrocio di esigenze di democrazia e di efficienza.

 

9)    Le norme per riparare le aule scolastiche, anzi “rammendarle” come ama dire Renzi citando Renzo (Piano). Ma per rammendare occorre prendere in mano l’ago, il filo, e lavorare, non solo chiacchierare.

 

10)  Noi ci siamo. Realizza almeno un po’ delle tue promesse, caro Renzi. Impara da Berlusconi non solo a comunicare i sogni, ma a realizzarli. Hai un problema però grande come una casa a Houston, anzi a largo del Nazareno. Rammenta e rammenda.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 25 FEBBRAIO 2014