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POLITICA ESTERA. In Crimea vinca il dialogo. L’Italia inesistente. Ah, se ci fosse il fattore B. Napolitano loda Renzi caudatario dell’Imperatrice Merkel

 
 

Renzi Merkel

Un minimo di sollievo ci portano le notizie da Est. Per la Crimea si  fa strada la linea del dialogo. Ricordiamolo: con la guerra tutto è perduto.

 

Sono frasi antiche di Papi, ma non c’è bisogno di essere devoti per riconoscere che è pura saggezza. E per questo bisogna promuovere la strada della diplomazia. Ma lungo questa pista, che con soddisfazione vediamo finalmente battuta, manca il fattore B. Non ci nascondiamo dietro l’ipocrisia. In questo momento uno statista come Berlusconi, capace di interloquire con Putin e con il pregio di essersi speso con vigore nelle sedi internazionali per la scarcerazione di Julia Timoshenko, oppositrice di Victor Yanukovich, darebbe assai più solide speranze di pace.

 

Non è una fissazione nostra. Lo dice l’abc della diplomazia di emergenza.

 

Le premesse di un dialogo efficace sono: 1) volontà di arrivare ad una soluzione; 2) considerazione dei rapporti di forza; 3) immedesimazione con le buone ragioni delle parti. Ce n’è un’altra, senza cui tutti questi punti sono astrazioni. Ed è la presenza di interlocutori credibili, accreditati, stimati dalle parti. Appunto.

 

Non ci interessa tanto il prestigio dell’Italia. Non c’è in ballo un Oscar e neanche un Nobel. Ma il destino di questo mondo, che non ha bisogno certo di un confronto armato con rischi di degenerazione globale.

La caduta della democrazia in Italia, il golpe che nel 2011 ha fatto fuori senza elezioni il premier legittimo, per compiacere l’Europa germanizzata, non è stata solo un torto fatto agli italiani, ma ha reso il mondo un posto dove è più difficile intendersi tra grandi e medie potenze. Il succedersi di tre uomini che non hanno avuto il suffragio degli italiani priva il tavolo della presenza autorevole di un Paese che negli ultimi anni è stato l’unico capace di aiutare l’amicizia tra l’America e la Russia.

Occorre chiarire un punto, riaffermando il principio che non si viola il diritto internazionale con invasioni di qualsiasi fatta: è profondamente sbagliato trattare la Russia come un perfetto erede dell’Unione Sovietica. Quello era uno Stato totalitario. Putin sarà il leader di una democrazia imperfetta (noi invece…), ma ha il popolo con sé, e abbracciando Solgenitsin ha rinnegato il comunismo e denunciato i gulag. Ancora:  è assurdo – come stanno facendo troppi commentatori ignoranti – trattare la Russia come un Orso impazzito.

Nota a conferma.

Ieri Napolitano ha benedetto il lavoro (?) di Renzi-Mogherini-Pinotti, il trio da torneo di Viareggio: “Mi pare che il governo abbia assunto una posizione molto attenta a tutti gli aspetti e ai rischi della situazione. E ha trovato importanti convergenze a livello europeo, in particolare con la posizione tedesca”. Accodarsi alla Germania e ai suoi interessi, essere simpatici caudatari della Imperatrice dell’Europa, tutto qui?

 

Ripetiamo. Siamo felici della piega degli avvenimenti. Ma i trattati tra Germania e Russia non ci sono mai parsi limpidissimi, e sono sempre stati piuttosto sfortunati, a partire da quello tra il Kaiser e Lenin, quello di Brest-Litovsk smentito poi a Versailles, quello tra Molotov e Ribbentrop

 

Purtroppo non crediamo che Renzi abbia la forza di dire efficacemente la sua, per di più senza il fondamento solido di un voto popolare.

 

Ci ascolti. Investa Berlusconi di questi temi. Non si accontenti di aver risolto il caso Gentile e di andare per datteri in Tunisia.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 04 MARZO 2013