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RIDATECI LA DEMOCRAZIA. E starà meglio anche l’economia. Ecco le prove

 

Democrazia

C’è un elenco. È il bottino del raid predatorio che gli stranieri hanno fatto in Italia in questi ultimi anni. Lo pubblica “Libero” ed è più eloquente di molte chiacchiere disgraziate che ci è toccato sorbire sulla sobrietà. 830 tra marchi, società e aziende, per un valore di oltre cento miliardi sono state acquisite da mani forestiere.

 

Non sono investimenti in Italia, sono esito di una svendita, cui ci ha costretto non la crisi in sé (essa ha colpito il mondo intero, dunque anche i Paesi di chi ha fatto razzia in Italia) ma chi l’ha gestita da noi, senza mandato popolare, bensì raccomandato da telefonate berlinesi ossequiatissime in alto loco.

 

E questo è in fondo un elenco meno tragico di quello egli imprenditori sucidi, e dei fallimenti di ditte sane, messe in ginocchio dallo Stato che non ha onorato e tuttora non paga i suoi debiti.

 

Esce inoltre una valutazione dell’Unione Europea sul tasso di competitività italiana. È un disastro. Esce anche la bocciatura della manovra economica di Letta. Si badi.  Le date del disastro coincidono con quelle del commissariamento antidemocratico del nostro Paese con l’avvento prima di Mario Monti, poi di Letta, infine di Renzi.

 Letta renzi monti

Tutti e tre nominati senza essere passati dal consenso del popolo.

 

Questo dimostra una volta di più che l’assenza di democrazia e l’assenza di benessere coincidono. Che i colpi di Stato sono anche colpi furibondi alla prosperità di famiglie e aziende.

 

Come il salario non è una variabile indipendente dell’economia, come invece pretendevano i sindacati negli anni ’70 trascinando l’Italia nel disastro, così la democrazia non è una variabile indipendente dall’economia. Liberta politica ed economica sono interconnesse.

 

Queste cose furono dette da Berlusconi, con forza ignota prima di allora, sin dal febbraio del 1994, in occasione del primo grande raduno di Forza Italia.

 

Per questo la nostra ostinazione nel volere sanare la questione democratica in Italia non è un modo per dimenticare la questione assillante di un Paese allo stremo. Anzi: si tratta di tornare a rendere sovrano in Italia il popolo italiano per farlo stare meglio in ogni campo del vivere. Sottolineando le due parole: popolo e italiano. E che i capi di governo non rispondano né alla Merkel né a Obama o (guarda un po’ dove siamo finiti) a Olli Rehn, ma al popolo italiano.

 

I dati dimostrano, riconosciuti da istituti indipendenti, che il governo migliore degli ultimi 20 anni in Italia è stato l’ultimo guidato da Berlusconi (2008-2011). I peggiori quelli di Monti e poi di Letta.

 

Ridateci la possibilità di votare Berlusconi. Il prima possibile, e secondo una legge che consenta di scegliere.

 

Lo stesso rimpianto che oggi abbiamo per l’economia, ci accompagna anche nella considerazione del bene che alla pace potrebbe fare oggi lo statista Berlusconi. In questo momento di forte contrasto tra Russia e America, sarebbe fondamentale ci fosse in campo un uomo con una dote straordinaria di mediazione.

 

L’antidemocrazia lo ha estromesso. Complimenti alla sinistra e alla magistratura, e anche al Capo dello Stato.

 

Recuperare democrazia è far stare tutti meglio.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 05 MARZO 2014