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GOVERNO. Facciamo presto a ripristinare la democrazia. Niente scherzi sull’Italichellum. Ri-pacta sunt servanda

 

Democrazia

Ri-pacta sunt servanda. Come si vede siamo spiritosi. Lievemente autoironici. Ma ci fermiamo qui con le battute. Non è il momento. Noi siamo opposizione responsabile, chiara e netta, senza finzioni e mossette. Lo siamo sulle questioni dell’emergenza economica.

 

Siamo alleati responsabili di Renzi e del Pd, con la stessa severa consapevolezza, nella partita delle riforme. Che è diversa ma connessa alla prima. Dunque confermiamo. Con amarezza ma convinzione abbiamo accettato di continuare il cammino insieme, convinti che questo esercizio di pazienza vigilante dia una mano alla vita reale degli italiani.

 

La democrazia non è un gioco estraneo alla soluzione della crisi. Come dimostra il crollo della nostra economia, e l’aggravarsi delle sofferenze di famiglie e imprese nel periodo troppo lungo in cui la “sovranità del popolo” è stata messa sotto le scarpe dal 2011 in poi.

Non ci va di fare la fronda al renzismo, alla maniera dei giornali renziani. Non abbiamo accordi sotto il banco. Sì sì, no no: questa è la nostra filosofia politica.

 

Che cosa fa la fronda? Punzecchia e s’inchina, come cicisbei spiritosi. Esempio plastico: La Stampa e la Repubblica oggi rimproverano a Renzi la manifestazione di culto della personalità golosamente sorbita dal premier a Siracusa, e lo maltrattano, ma poi morbidamente lo trattano da genio per tutto il resto.

 

E la tragedia di un governo che pretende di nutrire il popolo con chiacchiere, slogan e spread sotto i 200 punti (cosa che incredibilmente e vanitosamente Renzi attribuisce a proprio merito e alla fiducia in lui dei mercati) passa in seconda linea.

 

Noi abbiamo rispetto per Renzi. Proprio per questo siamo esigenti. 1) Criticandolo dove elude i problemi con le chiacchiere. 2) Appoggiandolo responsabilmente quando opporgli un rifiuto causerebbe danni maggiori.

 

“Ri-pacta sunt servanda” vuol dire questo. Né fronda miagolante, né flessibilità a gogò. Berlusconi ha accettato di venire incontro a proposito di legge elettorale a una richiesta di Renzi, il quale aveva, certo in buona fede, sottoscritto un patto che non è stato in grado di mantenere.

 

Anche alla riparazione dei patti, per renderli accettabili alle proprie minoranze interne (e maggioranza in Aula) però deve esserci un limite. Altrimenti un cedimento strutturale farebbe cadere la casa.

 

L’Italichellum è l’estremo confine, dopo di che si casca fuori dallo spirito e dalle intenzioni su cui si è basato l’accordo del 18 gennaio al Nazareno. Cioè: bipolarismo mite, fondato sulla certezza che chi vince governa, e per questo regole chiare e sicure che convincano i piccoli partiti a coalizzarsi o a fondersi, onde impedirne il potere di ricatto prima e dopo le elezioni.

Punto e a capo. Non esistono appartenenze a generi che possano prevalere sul bene comune della nazione.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 06/03/2014