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ECONOMIA. Irap versus Irpef. Il vero problema sono le coperture

 

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A costo di ripeterci, insistiamo nel nostro disinteresse per l’ipotetico derby tra riduzione dell’Irpef o dell’Irap.

 

 

Naturalmente comprendiamo le ragioni dei fans per l’una o l’altra soluzione.

 

Confindustria punta ad aumentare i margini a disposizione delle aziende, i sindacati a tutelare i propri rappresentanti. Ma dal punto di vista macro-economico, le due soluzioni sono equivalenti.

 

Se si aumentano i salari è prevedibile – ma non è certo – che la maggiore disponibilità di risorse si traduca in un aumento dei consumi interni e quindi in un maggior impulso verso la crescita del PIL.

 

Oggi trainato solo dalle esportazioni. Affinché il gioco valga la candela occorre tuttavia una seconda condizione. Che aumenti, contestualmente, la produttività.

Altrimenti si corre il rischio di favorire il consumo dei prodotti importati, in genere più competitivi. Come mostra l’andamento del mercato dell’auto.

 

Ridurre il peso dell’Irap, a sua volta, può contribuire a far crescere il MOL (il margine operativo lordo) che è la premessa per un rendimento netto positivo.

 

A sua volta, presupposto per rimettere in moto il processo d’accumulazione – regredito agli anni ’90 – e quindi stimolare gli investimenti. Anche in questo secondo caso il successo non è scontato.

 

La maggiore redditività aziendale, infatti, potrebbe essere utilizzata, almeno in prima battuta, per ridurre il peso dell’indebitamento, nella speranza di contenere i costi finanziari, che pesano sui bilanci delle aziende. In entrambi i casi, come si vede, nulla è scontato.

 

L’unica vera certezza è nelle modalità di finanziamento dell’intera operazione. Se essa si accompagnerà ad una riduzione della spesa corrente a carico del bilancio dello Stato, la conseguente riduzione della pressione fiscale non potrà che avere effetti postivi.

 

I vantaggi effettivi le calcoleremo comunque a consuntivo. Se invece il recupero avverrà sul terreno fiscale, aumentando altri tipi di imposte, saremo di fronte ad una semplice partita di giro, senza alcun riflesso positivo. Anzi: avverrà il contrario.

 

Sarà l’ennesima dimostrazione dell’impotenza della politica. Con quali effetti sulle diverse aspettative è facile prevedere.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 11/03/2014