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GOVERNO. Il patto è in tavola, superato lo scoglio dipinto di bianco e di ipocrisia. La certezza Berlusconi, l’incognita Renzi

 
 

Patto

La legge elettorale va chiusa in fretta. Secondo i patti. Senza dissipare energie in questioni devianti e fasulle, che in nulla e per nulla hanno a che fare con la vita vera. Parliamo delle cosiddette quote rosa, ovviamente.

 

Suscitare continue difficoltà nel cammino per la promulgazione dell’Italicum ha un doppio obiettivo: confinare il Presidente Berlusconi  e Forza Italia nell’insignificanza, indebolire Renzi per questioni di potere interne al suo partito.

Per soprammercato,  si è colta l’occasione per introdurre nella mentalità collettiva l’idea che sul merito e la libertà di scelta debbano prevalere i meccanismi di selezione per genere. Una balla colossale. Quasi che i problemi italiani siano risolvibili con una lottizzazione tra i sessi.

La sceneggiata  recitata alla Camera in questi giorni, con tanto di costumini bianchi, per altro occasione di un’eleganza sempre benvenuta, non ha a che fare con la parità dei generi. Lo spieghiamo in queste pagine con dovizia  (Faenzi, Brunetta, Gelmini). È stata una operazione di potere da parte di deputate che vogliono garantirsi per il futuro la certezza del posto.

Noi siamo certi della buona fede di alcune nostre deputate in prima linea in questa battaglia di pseudo progresso. Rispettiamo i loro argomenti, ma ci paiono essere intrisi di subordinazione culturale ad un’altra gerarchia di valori, diversa da quella introdotta in politica con Forza Italia, e che ripetiamo vuole sì l’uguaglianza, ma in partenza, non in arrivo.

Altrimenti perché correre, perché cercare di essere i più bravi e le più brave se si ha il bonus per la riserva indiana?

 

Ieri abbiamo posto la questione del rispetto dei patti al premier Renzi.

Non era possibile introdurre una nuova variante, a noi culturalmente indigesta. Abbiamo posto con forza la questione della coerenza. E domandato che il governo esprimesse parere contrario sugli emendamenti “rosa”. Il fatto è che il suo partito sarebbe esploso in caso di niet,  e Renzi ha scelto la linea del “rimettersi alla volontà dell’Aula”. Perfetta ipocrisia, con il corollario di chiedere ai gruppi parlamentari di conformarsi  a questa scelta, attraverso la concessione della libertà di voto.

Berlusconi, per bocca del Presidente dei deputati di Forza Italia Brunetta, ha accettato per puro senso di responsabilità, per salvaguardare la possibilità di condurre in porto l’Italicum. Avevamo piena contezza che, sotto l’apparenza del coretto unanime, molti deputati del Pd avevano sgamato il gioco di potere delle loro colleghe donne. Chiedendo il voto segreto abbiamo consentito si manifestasse la vera volontà di deputati stretti nella morsa della finzione teatrale, a cui è ridotto il Partito democratico. A cui la crescita elefantiaca, dovuta all’uso di pericolosi anabolizzanti dichiarati illegali dalla Costituzione, rende incontrollabile.

Noi siamo usciti rafforzati e più credibili da questa prova. Non abbiamo avuto remore a esprimere un giudizio duro sulle quote rosa e sui ghirigori di Renzi in tema di scelta femen. Abbiamo lasciato libertà di espressione di voto, non perché non avessimo un’idea chiara, ma perché siamo fatti così: siamo  un movimento monarchico e anarchico. Non siamo cedevoli al politically correct. Ma neanche mettiamo il broncio a chi se ne lascia avviluppare.

Andiamo avanti. Alla doppiezza manovriera e un po’ ciarlatana di Renzi, opponiamo il senso di responsabilità forte e sicuro di Silvio Berlusconi. C’è molto futuro in lui e in noi.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 11/03/2014