Dalle indiscrezioni apparse sui giornali, il Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, in cui saranno varati i provvedimenti economici del governo, dovrebbe riguardare i seguenti punti (cui accostiamo le nostre brevi conclusioni):
1. Taglio dell’Irpef |
Il taglio dell’Irpef dovrebbe applicarsi a partire già dal prossimo mese di aprile 2014. Si tratterebbe di uno sconto fisso per i redditi tra 8.000 e 15.000 euro (sotto gli 8.000 euro di reddito vige la “no tax area”) e di uno sconto decrescente per i redditi oltre 15.000 euro lordi annui e fino a 55.000 euro.
Costo: 10 miliardi di euro su base annua, quindi 7,5 miliardi per i 9 mesi da aprile a dicembre 2014. Coperture: Renzi dichiara di averne fino a 20 miliardi, quindi in grande abbondanza (si veda slide seguente).
Dove prende 20 miliardi Matteo Renzi:
Peccato però che, secondo quanto prevede la Legge di contabilità e finanza pubblica (Legge n. 196 del 2009), l’articolo 81 della nostra Costituzione (quello che prevede il pareggio di bilancio) e i numerosi Regolamenti europei, tutte queste coperture non sono da considerarsi valide.
Le cosiddette “coperture”, infatti, devono essere fatte con risorse certe e contestualmente disponibili e non con poste eventuali e future come quelle proposte dal premier.
Quanto al carattere sociale delle disposizioni, occorre vigilare affinché il meccanismo delle detrazioni previsto dal governo non escluda i lavoratori autonomi. Categoria che più di tutte ha risentito della crisi economica degli ultimi anni.
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Sul Jobs Act, innanzitutto un rilievo: oggi il governo intende varare non un decreto, bensì un disegno di legge delega, per cui i tempi si allungano notevolmente (almeno un anno) rispetto all’agenda iniziale proposta dal premier Renzi.
L’obiettivo, a quanto si apprende, è quello di una semplificazione della normativa, attraverso:
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Il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni è una nostra idea, con riferimento alla quale lo scorso 1° luglio 2014 abbiamo presentato apposita mozione in Parlamento: ai 50 miliardi di euro di pagamenti complessivi previsti dal Decreto originario (dell’8 aprile 2013) per gli anni 2013 e 2014, si possono aggiungere pagamenti per altri 50 miliardi di euro, prevedendo ulteriori forme di finanziamento da parte del sistema bancario e delle società di factoring, da attivare mediante semplice concessione di garanzia da parte dello Stato (Cassa Depositi e Prestiti) su debiti certi, esigibili e ormai definitivamente accertati dalle procedure già poste in essere.
Un primo grande segnale per la ripresa: un meccanismo che immette liquidità nella nostra economia, non costa niente, ed è già stato definito con l’Europa. Deve solo essere implementato.
Regaliamo a Renzi il copyright. Tuttavia, a quanto emerge dalle ultimissime indiscrezioni, questo provvedimento potrebbe essere rinviato, a causa di qualche perplessità espressa dal Quirinale e dagli uffici del Ministero dell’Economia e delle finanze.
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Il piano casa dovrebbe prevedere stanziamenti per 1,6 miliardi di euro (a valere sempre sulle coperture di cui sopra) e le seguenti misure:
Quest’ultima è una nostra proposta. E anche in questo caso regaliamo a Renzi il copyright.
La nostra proposta: un d-day in cui tutti gli inquilini di case pubbliche potranno andare dal notaio e comprare l’immobile in cui abitano, impegnandosi a versare lo stesso importo del canone per 20 anni.
Un’operazione conveniente per tutti:
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Il presidente del Consiglio ha annunciato lo sblocco dei fondi presso i Comuni, ora vincolati al patto di Stabilità, per ristrutturare le scuole.
Sarebbero circa 2 miliardi;
Sarà bene, però, che Renzi si informi: dopo che il crollo di un controsoffitto uccise Vito Scafidi, uno studente del liceo Darwin di Rivoli Torinese, il 22 novembre 2008, fu deciso che per la messa in sicurezza delle scuole si poteva, sia pure con forti limiti, derogare dal patto di stabilità;
La norma che Renzi vuole introdurre, pertanto, esiste già (anche qui, non ce ne voglia, ma l’ha fatta Berlusconi);
Quei denari, tuttavia, che dovevano essere pochi, maledetti e subito, non è mai stato possibile spenderli da parte dei Comuni per un colpevole, inaccettabile ingorgo burocratico. Sembra pazzesco ma è così.
Impari Renzi ad aprire il rubinetto, ma prima disgorghi la condotta burocratica. Gli daremo una mano. C’è una riforma nel cassetto, la applichi.
Noi voteremo sì: all’acqua calda, al rubinetto, e al taglio dei nodi burocratici.
PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 12/03/2014