La legge elettorale è stata approvata alla Camera. Il Patto del 18 gennaio ha tenuto. La coerenza e coesione di Forza Italia hanno consentito all’Italicum di navigare tra scogli naturali e artificiali mantenendo intatto il proprio prezioso bagaglio di bipolarismo maggioritario. Matteo Renzi ha saputo rispettare i patti, conformandosi alla lealtà e tenacia di Silvio Berlusconi. Buona cosa, anzi ottima. Però. C’è un però.
In che mani è finita l’Italia? Renzi ha confessato a “Repubblica” che il Partito democratico è una ciurma pronta all’ammutinamento e il suo comandante vive preoccupato non di portare la navigazione a termine, ma di salvarsi la propria pellaccia politica. Siamo in mano a una specie di cartello messicano che si spaccia per forza democratica, e in realtà vi domina la legge delle bande di guerrieri della notte, pronti ad accoltellare in congiure e cospirazioni il segretario e i suoi ministri. C’è da far rizzare il pelo a una palla da bigliardo.
Si salvi chi può. Soprattutto chi può salvi l’Italia. Napolitano? Magari. Ha un bel coraggio a ritenere di aver salvaguardato stabilità e governabilità insieme a compatibilità democratica con le sue consecutive scelte di premier non eletti dai cittadini.
Sia chiaro infatti. Non sono stati gli italiani a consegnare il loro Paese al Pd e tanto meno a Renzi. Quest’ultimo a quel posto ci è arrivato esattamente alla maniera che ora rimprovera starebbero tentando contro di lui i suoi compagni accoltellatori. E ci è giunto essendo creatura extraparlamentare. A sua volta il Pd è gonfiato dagli anabolizzanti fuorilegge del Porcellum.
Non è stato il voto ma il Presidente della Repubblica a volere questa situazione, evitando la soluzione elettorale.
Non possiamo accettare che l’Italia sia governata in una situazione di tale incertezza. Dobbiamo prepararci a governare, per via di elezioni.
Detto questo non saremo noi a voler rispedire in porto la nave di Renzi senza che questa nemmeno abbia abbandonato il molo. Ha dei compiti da svolgere.
Di certo non sarà Forza Italia a voler affondare il fragile e scombinato naviglio di Renzi con manovre di pirateria. Siamo gente leale e seria. Non siamo comunisti o cattocomunisti. Siamo berlusconiani, noialtri.
PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 12/03/2014