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BERLUSCONI. Afferra l’Europa per le corna, con lui non infilzerà più l’Italia. È l’unico leader che la conosce davvero. La sua candidatura è indiscutibile e conviene alla democrazia e alla prosperità di tutti

 

 

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La candidatura di Berlusconi alle Europee è moralmente indiscutibile,   politicamente decisiva e conveniente per tutti, giuridicamente possibile, come ha dimostrato al di là di ogni contestazione l’autorevole giurista Giovanni Guzzetta.

 

Sì, anche giuridicamente: salvo che non si voglia trasformare il diritto in delitto contro la sovranità popolare. Dunque la sua candidatura in cinque collegi è fuori discussione.

 

Alle considerazioni di ieri, la cronaca ne propone di nuove, altrettanto dirimenti.

 

Chi meglio del Presidente conosce la realtà europea?

 

Chi ha tenuto per venti anni i rapporti con i leader delle altre nazioni? Chi sa perfettamente di cosa parla quando parla di Europa? Il nostro Presidente.

 

Bisogno di conferme? Non crediamo proprio.

Comunque ieri Berlusconi ad Arcore ha incontrato il Presidente del Comitato Economico e Sociale dell’ Unione Europea, Henry Malosse e all’incontro era presente Antonio Tajani, Vice-Presidente della Commissione.

Al centro dell’approfondito colloquio, il prossimo Consiglio Europeo dedicato alle politiche industriali e alla competitività, come riferisce il Presidente stesso: “Per uscire dalla crisi, rilanciare leconomia e affrontare il drammatico problema della disoccupazione occorre ripartire dalla politica industriale”.

 

Questa è una strategia concreta: “Particolare attenzione meritano le piccole e medie imprese, base del tessuto produttivo in molti paesi dell’Unione, sulle quali grava una pressione fiscale e un peso burocratico insostenibili.  Per ripartire occorre uno sforzo congiunto e coordinato delle istituzioni comunitarie e di quelle dei singoli Stati membri”.

 

E risponde anche al piano annunciato da Renzi che per ora si compone di sole parole: “Per questo guardiamo con attenzione al pacchetto di misure messe in campo dal governo italiano  e vigileremo perché si trasformino in concreti provvedimenti, a cominciare dal pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese che, in assenza di un decreto, rischia di concretizzarsi in tempi ben più lunghi e ben diversi da quelli prospettati solo pochi giorni fa dal governo.

Ben venga anche lannunciata razionalizzazione della spesa pubblica, ma al contempo esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per i tagli annunciati alla sicurezza,  un settore che rischia di non essere più in grado di tutelare i cittadini”.

Per trasformare le chiacchiere in fatti l’unica garanzia è solo il Presidente Berlusconi. In Italia come in Europa. L’unica speranza.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL MATTINALE – 18 MARZO 2014