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GIUSTIZIA. L’indifferenza di istituzioni e opinione pubblica dinanzi all’assassinio senza fine di Berlusconi è inaccettabile. Che Paese siamo, se lasciamo che sia eliminato il leader dell’opposizione?

 

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Che Paese siamo? Com’è possibile che si possa assistere indifferenti a un omicidio politico senza fine del leader dell’opposizione e questo non susciti nulla, non una reazione delle istituzioni, non una ribellione di cittadini e di opinione pubblica?

Questo assassinio perpetrato con quattro golpe e mezzo ogni giorno pretende di cavare nuovo sangue dal suo bersaglio, che è una persona concreta, non un pupazzo per il comodo del tiro al bersaglio. Tutti vedono. Il mondo intorno osserva questa vicenda italiana, e capisce che siamo fragili, l’assalto straniero ha buon gioco.

Occorrerebbe un soprassalto di senso della giustizia, ma anche di patriottismo. Invece, nessuna reazione adeguata.

L’eliminazione dalla scena istituzionale di Silvio Berlusconi, che sta raggiungendo il culmine con la limitazione della sua libertà fisica, di cui si decideranno le forme il 10 aprile, non elimina il suo essere, chi il popolo ha deciso che sia: il leader dei moderati, un uomo che in diciannove anni ha raccolto 167 milioni di voti.

Ha ragione Francesca Pascale a esporsi coraggiosamente dicendo una parola chiara su questa insopportabile situazione, che deve trasformarsi in un impegno per far vincere Forza Italia alle prossime elezioni europee, proprio sotto il segno  di Berlusconi e di una lotta per la giustizia, che è tema sentito dai cittadini dispersi e che non si riconoscono più nei partiti, assai più di quello che vuole far credere la sinistra in combutta con i giornaloni.

Ieri sera, in collegamento con un Club Forza Silvio di Monza, il nostro Presidente ha detto: “La  situazione del nostro Paese è assolutamente inaccettabile, in 20 anni abbiamo subito quattro colpi di Stato, e questo è il terzo governo non eletto dai cittadini. Siamo soggetti a una certa condotta della magistratura e afflitti dall’ oppressione burocratica e fiscale. C’ è una sola possibilità per reagire, per portare l’ Italia ad essere una vera democrazia, vincere le prossime elezioni. Credo sia possibile e c’ è un modo solo: quello sperimentato con i Club di Forza Italia nel 1994 e che oggi si chiamano Forza Silvio”.

La giustizia è un tema che non riguarda settori minoritari della società, non è un argomento di lusso, che va bene solo in circoli ristretti. Bisogna sfatare questa bugia. Ha detto ancora Berlusconi: “Le vittime italiane della malagiustizia sono un numero incredibile: secondo un sondaggio della settimana scorsa un partito che avesse come unico punto una riforma della giustizia in senso liberale e democratico potrebbe ottenere il 18-21%, rispetto al 50% dei votanti che oggi sono indecisi. Quando qualcuno viene accusato ingiustamente, e io ne so qualcosa, non solo lui soffre ma anche la moglie, i figli, vanno in crisi le relazioni di lavoro”.

Ed è per questo che un settore dei Club Forza Silvio sarà proprio dedicato alle vittime della giustizia. Non è una faccenda facoltativa, ma centrale della nostra proposta politica. Giustizia, democrazia, prosperità economica non sono settori indipendenti l’uno dall’altro di un balzo dell’Italia verso una serenità  autentica di cittadini e famiglie, che è lo scopo della buona politica. Per niente di meno Berlusconi ha fondato e ridato energia a Forza Italia. Non è un partito per gente vecchia dentro. Non servono gli energumeni delle ambizioni personali, ma servitori di questo ideale di cui Berlusconi ci sta dando testimonianza.

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